venerdì 30 settembre 2005

la Chiesa non paga l'ICI neppure per le sue attività commercialidi Maria Mantello

Dallo Stato italiano la Chiesa di soldi ne ha ricevuti sempre molti. Si pensi solo al meccanismo dell’8 per mille che per il 2005 arriverà a farle incassare un miliardo di euro. A tanta grazia, adesso, si dovrà anche aggiungere l’esenzione pressoché totale dal tributo ICI. Ai tradizionali immobili ecclesiastici destinati al culto e già esentati, infatti, si andranno ad aggiungere quelli in cui si svolgono anche attività di guadagno commerciale. L’esenzione dal pagamento dell’Imposta Comunale sugli Immobili (ICI), infatti, “si intende applicabile anche nei casi di immobili utilizzati per le attività di assistenza e beneficenza, istruzione, educazione e cultura …. pur svolte in forma commerciale se connesse a finalita’ di religione o di culto”. Questo recita l’articolo 6 del decreto legge n. 163, del 17 agosto 2005. E si noti quel “pur svolte in forma commerciale”.
Il decreto, passato un po’ in sordina durante l’estate, troverà applicazione prossimamente.
Suo scopo principale era quello di trovare il modo di elargire altri finanziamenti indiretti alle scuole cattoliche, che -come noto- assimilano magistralmente finalità religiose ed attività commerciale. Il decreto 163, tuttavia, ha preferito muoversi in uno spirito più ecumenico. Così dell’esenzione ICI potranno beneficiare anche altri consistenti centri commerciali ecclesiastici: alberghi per i pellegrini, case editrici, librerie, centri di assistenza sanitaria….
Ma in omaggio alle finalità di una religione eterna e rivelata, quindi di là del tempo e dello spazio, si vuole che il decreto abbia almeno un certo valore retroattivo. Per il momento sembrerebbe che i Comuni debbano restituire alla Chiesa tutte le imposte ICI da questa erogate a far data dal 1993.
Con buona pace dei contribuenti laici, che l’ICI la hanno sempre pagata anche per la piccolissima abitazione gravata da mutuo, da pagare nel tempo e spazio storico della loro vita biologica.

articoli del 29/30.9.05

una segnalazione di Barbara De Luca
Corriere della Sera 30.9.05
Caso clinico senza precedenti: ignora il marito e la figlia
La casalinga che riconosce solo Berlusconi
Studiate le reazioni di una donna colpita da deterioramento progressivo delle capacità cerebrali
di Massimo Piattelli Palmarini


questione cattolica
Repubblica 30.9.05
Perché Ruini non diventa senatore
di Eugenio Scalfari

neuroscienze
Corriere della Sera 29.9.05
Il meccanismo scoperto analizzando il sonno
Svelate basi dello stato di coscienza
Secondo uno studio di ricercatori italiani perchè si realizzi è necessaria la comunicazione rapida tra precise aree del cervello

Oliver Sacks
Corriere della Sera 29.9.05
Intervista allo scienziato e romanziere
La genetica curerà le malattie della mente
Ne è convinto Oliver Sacks. Il famoso neurologo americano: «sì ai farmaci, specie a breve termine, ma conta la storia del paziente»
di Massimo Piattelli Palmarini

giovedì 29 settembre 2005

articoli del 29.9.05

sinistra, vince Fausto Bertinotti
il manifesto 29.9.05
Primarie manifesto.it, ecco la classifica finale

sinistra
AGI 29.9.05
UNIONE: BERTINOTTI, BENE ACCORDO RADICALI-SDI, SUPERARE VETI

questione cattolica e tentativi di un'apologetica diessina,
i catto-comunisti sono sempre stati, ovviamente, anche stalinisti
l'Unità 29 Settembre 2005
Quando Bocca scoprì i «cattocomunisti»
di Maurizio Chierici

mercoledì 28 settembre 2005

articoli del 28.9.05

sinistra
Corriere della Sera 28.9.05

LA SFIDA DI FAUSTO


forza amaranto!
La Stampa 28 Settembre 2005

reportage
LIVORNO MOLTE PERPLESSITÀ DOPO LE DICHIARAZIONI DEL SEGRETARIO DS
Sinistra e fede, l’equazione impossibile dei mangiapreti
di Jacopo Iacoboni, inviato a LIVORNO

questione cattolica
Repubblica 28.9.05

I convertiti della sinistra
di Miriam Mafai

questione cattolica
il manifesto 28.9.05

Urne cattoliche
di Filippo Gentiloni

Piero il Pio
La Stampa 28.9.05

ALL’ISTITUTO SOCIALE DI TORINO COSÌ LO RICORDANO I RELIGIOSI CHE LO HANNO FORMATO
I gesuiti: Fassino? Era un lungagnone giudizioso
di Giovanna Favro

Piero il Pio
Corriere della Sera 28.9.05

D’Alema anti-Cei, Fassino credente:
sull’Unità la doppia linea ds

di Maria Teresa Meli

questione cattolica
l'Unità 28.9.05

A sinistra del signore
Questione cattolica
le carte in regola della sinistra
di Bruno Gravagnuolo

Peter Hawking
Corriere della Sera 28.9.05

Hawking boccia le donne in matematica e fisica
«Le apparizioni nei Simpson sono state molto divertenti»
«Chi avrei voluto incontrare? Meglio Marilyn di Newton»

di Emma Brockes

Edoardo Boncinelli
Il Messaggero 29.9.05

Saghe narrative
Ormai ha raccolto l’eredità dei racconti dei grandi esploratori. E furoreggia con le sue “storie”: da quella della relatività alla scoperta del Dna
La scienza, che favola
di Edoardo Boncinelli

bullismo
Corriere della Sera 28.9.05

Trenta insegnanti della scuola di borgata Ottavia frequentano lezioni per capire i disagi dei giovani
«Un euro e eviti le botte»
Piccoli bulli crescono

Alla media Neruda nasce il corso anti-violenza
di Flavia Fiorentino

neuroscienze
Corriere della Sera 28.9.05

Un convegno a Trieste sul rapporto fra il meccanismo cerebrale e il libero arbitrio
Quando il cuore comanda al cervello
La materia è il supporto dello spirito: mondano e religioso
di Claudio Magris

Gianni Vattimo
La Stampa 28 Settembre 2005

Ma questa è una chiesa naturaliter di destra
di Gianni Vattimo

una segnalazione di Roberto Martina

Corriere della Sera 28.9.05
la programmazione di "Spazio Oberdan" a Milano
(...)
Oggi si parte alle 17 con lo psicoanalitico «Il sogno della farfalla» (1994) di Bellocchio con supervisione del suo terapeuta Massimo Fagioli,
(...)

su "Liberazione" del 27.9

la sinistra ha bisogno di teoria
Liberazione 27.9.05:

Siamo deboli davanti al modello Ruini
Sinistra e Vaticano
di Piero Sansonetti

Noi siamo anticlericali? No, però ci piace discutere di tutto senza pregiudizi e senza tabù. Che cosa hanno fatto di male - chiediamo - quei ragazzi che hanno fischiato il cardinal Ruini, durante una manifestazione organizzata da Ferdinando Adornato, dopo che il cardinal Ruini aveva tuonato - dal megafono forte di stampa e Tv - contro i diritti delle coppie di fatto, i diritti dei gay, la laicità dello stato, della scienza, il libero amore? Forse non è educato fischiare, o forse è sacrilegio? I ragazzi non hanno interrotto una funzione religiosa o un'omelia, ma una manifestazione politica organizzata da un deputato della destra. Non c'è sacrilegio. C'è arroganza e violenza nei fischi? Chiediamoci anche quanta ce n'è, di arroganza, nel pretendere - seppure con soavità e voce tenue - che milioni di persone, per legge, rinuncino al loro modo di pensare e si adeguino - nel proprio stile di vita - alle convinzioni religiose del Vaticano. E poi chiediamoci se c'erano altri modi, per quei ragazzi, di esprimere il proprio dissenso dal Cardinal Ruini: avrebbero potuto fare una dichiarazione all'Ansa e aspettarsi che il giorno dopo - come capita per le dichiarazioni di Ruini - fosse sulla prima pagina di tutti i giornali e che qualcuno li invitasse in Tv o altro?

(...)

Qui si pone la domanda che fa tremare i polsi. Come possiamo noi - laici e cattolici, atei e cristiani, noi che vediamo questo pericolo - opporci al nuovo fondamentalismo della Chiesa, che rischia di corrompere il pensiero di massa di una vastissima area moderata?

E' facile dirci: non fischiando, né pubblicando copertine strafottenti che accostano la figura di Ratzinger a quella di Kohmeini. Va bene, vi diamo ragione: purché siate disponibili a proseguire il ragionamento.

Il problema è questo: Ruini esprime una idea completa, un modello di società "devota" che è organico, totalizzante, e mette insieme alcuni dogmi del cattolicesimo conservatore con le esigenze del conservatorismo liberista. Liturgia e mercato. E' un modello che dà sponda alla destra, ormai priva di ricette per il futuro, e propone una società ordinata, non più pluralista e multiculturale, basata sulla famiglia, sulla sobrietà dei costumi, sulla sacralità della vita, sulla superiorità dei valori religiosi nei confronti di quelli della scienza, della fede nei confronti della razionalità, della dottrina nei confonti della cultura. La sinistra cosa oppone a questa idea?

Sa indicare un modello di società che abbia la stessa forza di attrazione del modello di Ruini e Ratzinger e ne rovesci alcuni punti di partenza? Per esempio, sa dire a voce alta che combatterà la società patriarcale, basata sul matrimonio, cioè sul dominio del maschio, cioè sulla limitazione della libertà, cioè sulla negazione dei corpi, eccetera eccetera, e cercherà di costruire una comunità fondata sulla piena libertà degli individui, sulla distribuzione solidale delle ricchezze, sulla parità e sulla diversità delle persone, dei sessi, delle età, delle abitudini e delle scelte sessuali e di vita?

Oppure: sa la sinistra presentare, in alternativa alla sacralità della vita, una sua idea di intangibilità della vita basata non sulla fede in Dio ma sulla esaltazione dell'uguaglianza, che è l'unico valore in grado di livellare il diritto, e di mettere l'idea della vita al di sopra di ogni altra cosa?

La sinistra è molto indietro su questi temi. La sua componente più forte, quella riformista, ormai da dieci anni ha scelto il pragmatismo come propria caratteristica fondamentale. Ha deciso che è disposta a pagare alla modernità un prezzo salatissimo: la rinuncia a una "visione". Vogliamo dirla usando una parola che da un po' di tempo è stata messa all'indice? La rinuncia alla ideologia.

La sinistra ha bisogno di ricostruire la sua ideologia se vuole affrontare ad armi pari Ruini e il papa. Altrimenti arranca. Perde.

E comunque - posso dirlo? - è meglio arrancare, cercando di far sentire la propria voce con i fischi o con le foto-choc, piuttosto che starsene zitti e sottovalutare il grande rischio.

Liberazione 27.9.05
«Credo che tutta l'opposizione abbia fatto una pessima figura. Salverei solo Rifondazione. Credo che sia legittimo contestare chi entra in sfere che non sono di sua competenza. E vi entra per sostenere cose feroci»
Dario Fo: «Ruini è intervenuto a piedi uniti nella politica. Perché tutte quelle scuse da sinistra?»
di Stefano Bocconetti

Ha fretta, deve «consegnare un lavoro». Inutile chiedere di cosa si tratti, perché lui non lo dice. «Un lavoro, uno dei tanti. Sai, nonostante l'età, ho ancora tanto, tanto da fare. E perciò scusami ma devo proprio chiudere la telefonata». Però basta accennare a Dario Fo - premio Nobel per la letteratura, autore, attore, regista, scenografo, e chi più ne ha più ne metta, insomma uno dei massimi protagonisti del teatro italiano -, basta accennargli, si diceva, al tema dell'intervista, perché trovi un minuto libero. Si vuole parlare di Ruini, dell'ingerenza politica delle gerarchie ecclesiastiche, della risposta che le sinistre offrono a tutto ciò. Sono i «suoi» temi, ce li ha nel dna. Una pausa del suo lavoro - del «lavoro di costruttore di battute» - riesce così a trovarlo.

Dunque, Ruini è stato contestato a Siena.
Ma lascia stare la contestazione, più che legittima a chi ha scelto di entrare a piedi uniti nell'agone della politica. Occupati, invece, del brutto spettacolo offerto dalla sinistra...

Che spettacolo?
Mamma mia... davvero devo spiegare di che si tratta? E' stato un continuo di telefonate, di scuse. E' stata una gara a ergersi come il più affidabile fra i difensori di Ruini.

Parli della sinistra, tutta tutta?
No, è vero, c'è stata qualche eccezione. Il tuo giornale e il partito che edita il tuo giornale. Ma anche queste lodevoli posizioni si sono perse in quel mare di ipocrisia.

Ma tu che ci «leggi» in un atteggiamento di questo genere? La rinuncia a difendere la laicità dello Stato?
Se vuoi, vedo qualcosa di ancora peggiore. Ci vedo una sudditanza verso una concezione per cui chi porta un abito talare diventa automaticamente un intoccabile. Ha diritto ad una sacralità indiscutibile, anche quando dice cose feroci, come quelle che va sostenendo Ruini sui Pacs, sulle unioni delle coppie di fatto o fra omosessuali.

Davvero definiresti «cose feroci» le parole di Ruini?
Lo sono. Esattamente come sono feroci, ferocemente negativi gli interventi delle gerarchie della Chiesa nella vita politica italiana, almeno da trent'anni a questa parte. Interventi sempre regressivi, interventi che hanno sempre prodotto un arretramento dei diritti civili nel nostro paese. Ma vedi in questi giorni, la cosa più rilevante mi sembra un'altra...

Quale?
E' accaduto che l'atteggiamento poco decoroso che ha avuto la sinistra, o come dicevamo prima la stragrande maggioranza delle forze di sinistra, ha messo in risalto la furbizia politica del Cardinale.

«Furbizia»? A cosa ti riferisci?
Al fatto che mentre tanti si affannavano a telefonargli per esprimergli solidarietà, era lui che minimizzava. "Lasciate perdere", "cosa volete che sia", "se mi hanno contestato significa che comunque mi stanno a sentire", "non esageriamo". Ecco, l'immagine vera che esce dalle polemiche di questi giorni è quella di un Cardinale, avvezzo alla politica, alle consuetudini della politica, che interviene in sfere che non sarebbero di sua competenza, ma con uno stile e una classe da dirigente navigato. Chi si dovrebbe opporre a quella ingerenza, fa, invece, l'ennesima pessima figura, mostra scarsissimo coraggio.

Per capire: stai dicendo che quello «scarso coraggio», quando e se si troverà a governare, l'Unione lo mostrerà anche nell'affrontare temi e argomenti che stanno più a cuore al vaticano?
Non lo so, non te lo so dire, non credo che tutti siano uguali. Però... Però, vedo assai forte il rischio di «bagnomaria».

Tradotto, che significa?
Significa che vedo forte il rischio di un'Unione che mette tutto a galleggiare in una bacinella d'acqua. Vedo forte il rischio che tutto si faccia delicato, tenue. Impalpabile. Che ci si preoccupi innanzitutto di non rompere gli equilibri. Che si metta tutto in una bacinella d'acqua. A diluire.

E invece una politica di difesa della laicità da dove deve partire? Dalla scuola? Dall'università?
Parte da tutto. Dalla scuola, dall'università, dalla sanità. Ma anche dal teatro, dal cinema, dalla televisione, dal settore dell'informazione. Ma insomma ci rendiamo conto che questo è uno dei paesi meno informati? Ci rendiamo conto o no che in questo paese i giovani sono sempre meno informati? E che invece quegli stessi giovani sono «bombardati» da tutto ciò che nega loro il diritto alla partecipazione? Ci rendiamo conto o no che questo diritto negato all'informazione ha a che fare con la laicità dello Stato? Ce ne rendiamo conto o no? Ora però scusami, ma devo proprio salutarti.

Liberazione 27.9.05
Alle ragazze e ai ragazzi di Siena: grazie!
La mia gratitudine
a chi ha contestato
di Imma Barbarossa

Caro direttore, bisogna ringraziare i ragazzi e le ragazze (giovani comunisti/e, ma non solo) che a Siena hanno contestato la manifestazione organizzata da un ennesimo ateo devoto, Ferdinando Adornato, per premiare il cardinale Ruini e ringraziarlo per la devastazione integralista che sta tentando di seminare nella società italiana contro la laicità della nostra Repubblica. I ragazzi e le ragazze di Siena hanno gridato e sollevato cartelli, del tutto pacificamente. Si sono esposti, con i loro corpi, le loro facce, le loro voci contro una indecente combriccola di oltranzisti, così come - forse i/le giovanissimi/e non ne hanno memoria - le donne da secoli hanno gridato contro un patriarcato integralista che ha sempre tentato di reprimere il corpo delle donne, la sessualità, la libera espressione di amore e di orientamenti sessuali. I ragazzi e le ragazze di Siena hanno forse raccolto le voci di migliaia di donne bruciate come streghe dai tribunali ecclesiastici, gridando che davvero non se ne può più. Sento di aver perso una bella occasione, quella di manifestare con loro a Siena e provo per loro una vera gratitudine.

Liberazione 27.9.05
Noi, che abbiamo fischiato Ruini
Dario Marino e Cecilia Trisciani studenti che hanno fischiato il Cardinale Ruini

Caro direttore, piccoli sorrisi e grande compostezza nelle stupende stanze del Palazzo Chigi Saracini. Da un lato un bancone con in vendita i libri del papa Wojtyla e l'ultimo di Bush, dall'altro Ferdinando Adornato pensa a cancellare il Novecento e a buttar le basi del solito manifesto contro la modernità. L'aria che si respira ha il sapore di incenso di Chiesa e nuova destra. Ci alziamo in piedi e sfoghiamo le nostre denunce nel momento in cui Adornato invita Ruini al microfono per insultare di nuovo il mondo laico. I rispettabili liberali in sala ci invitavano a buttarci dalla finestra e tornarcene in "terronia". Ma noi, non abbiamo avuto scrupoli nel disturbare la manifestazione di pensiero di un Cardinale che ha a disposizione, ogni sera, tutte le reti nazionali per esprimere commenti politici. L'intolleranza verso il mondo laico non è soltanto quella di Ruini, ma di gran parte del panorama politico che solidarizza con il Cardinale e tiene in considerazione le direttive della Conferenza episcopale nella propria agenda politica. La nostra colpa è di non avere avuto riverenza incondizionata verso il mondo ecclesiastico. Ma c'è di più. La protesta di venerdì è frutto dello spontaneismo. A Siena, come in altre Università, il Movimento si organizza su basi libertarie e radicali. Gli Atenei saranno il motore del rinnovamento sociale e culturale che tanti attendono. E il mondo partitico (con le eccezioni, per ora, di Prc e Borselli) avrà ancora tanti motivi per condannarci.

Il problema?
I "cattononcredenti"
di Veronica Tussi

Gentile direttore, è facilmente dimostrabile che l'insegnamento della Chiesa, riguardo a temi importanti, quali quello recente sul riconoscimento delle coppie di fatto, la procreazione assistita, i contraccettivi artificiali, l'eutanasia, il sacerdozio femminile, e altri ancora, non solo contrasta con la ragione ed il buon senso, ma non trova neppure serio fondamento nelle Scritture. Ora, è abbastanza comprensibile che molti fedeli cattolici (non tutti per fortuna) approvino senza riserve le indicazioni della Chiesa. Essi, infatti, sono persuasi che il Magistero ecclesiastico non possa sbagliare, nonostante gli errori commessi nel passato, che la Chiesa stessa ha riconosciuto; inoltre, sono erroneamente convinti, così come n'erano convinti coloro che torturavano e bruciavano sul rogo gli eretici, che alla Chiesa si debba sempre obbedire. Assolutamente inspiegabile, invece, è l'atteggiamento di molti non credenti (Giuliano Ferrara è un esempio eclatante), i quali, pur avendo la possibilità di ragionare autonomamente, non solo approvano le poco cristiane indicazioni della Chiesa, ma le difendono a spada tratta. Si potrebbe azzardare l'ipotesi che questa sorta di cattolicononcredenti, pensando che il cattolicesimo s'identifichi col cristianesimo, ed essendo forse sfiorati dal terribile dubbio che possa esistere l'inferno, sperano, magari inconsciamente, di salvare l'anima, schierandosi dalla parte della Chiesa. Ma la Chiesa, purtroppo, non sempre (o raramente?) è dalla parte di Cristo, e così, non è detto che i cattolicononcredenti, se l'inferno esiste, non ci finiscano dritti dritti.

Liberazione 27.9.05
Reazioni fuori misura
di Agostino Piludu Quartu S. E. (Ca)


Caro direttore, in questi giorni di estrema incertezza nelle alte sfere isituzionali e di governo fa riscontro anche uno strano scambio di ruoli sia nel settore politico che in quello religioso: noti esponenti politici si esprimono con il linguaggio aduso nei pulpiti, alti prelati, senza se e senza ma, fanno politica. E' bastata una normale contestazione al cardinale Ruini e si è scatenato il finimondo che ha dato la stura a reazioni fuori misura… Qualcuno esorti questi signori ad avere la schiena diritta e più rispetto per le posizioni dissonanti assunte. Una svolta significativa a questo stato di cose potrà essere assicurata solo da una buona affermazione della sinistra alle Primarie.

martedì 27 settembre 2005

Annalina Ferrante ha ricevuto da Federico Masini e diffuso l'articolo sulla Cina pubblicato il 18.9.05 e poi citato ai seminari.

... nel blog l'articolo è disponibile alla data del 20.9.05

nuovo "outing" di Fassino, Turco ed altricattolici: se li conosci li eviti

Corriere della Sera 27.9.05
Sinistra e Fede
Fassino: sono credente, fatto privato
Turco: non è un messaggio ai vescovi
di Livia Michilli

ROMA - Piero Fassino si confessa: «Sono credente ma, proprio perché si tratta di un fatto assolutamente privato, non ne ho mai fatto manifestazione pubblica o politica, perché sarebbe del tutto inopportuno proprio per il rispetto che ho per la fede e le mie convinzioni». Il rapporto con la religione cattolica nacque sui banchi di scuola: «Sono cresciuto in una famiglia laica, ma per nove anni sono stato allievo dei gesuiti a Torino» racconta il segretario ds ai microfoni di Radiodue, intervistato da Barbara Palombelli, sottolineando che il suo essere credente non è affatto incompatibile con la guida della Quercia. «Essere un uomo di sinistra non è in contraddizione con la fede perché significa battersi per la giustizia, l’uguaglianza, il rispetto della persona umana, valori cui è attenta una fede religiosa come quella cattolica». Non è un vero e proprio "outing ": ne aveva già parlato su La7, ospite di Giuliano Ferrara. Però ora le sue parole cadono sulle fresche polemiche a proposito dei Pacs e delle contestazioni al cardinal Ruini, e infatti Fassino ripete la condanna dei fischi ma difende la legge sulle coppie di fatto, perché «il punto di vista della Chiesa va rispettato» ma lo Stato deve tutelare tutti i cittadini. Il leader ds ritiene infondata la tesi dell’ingerenza, così come dubita che il Vaticano possa influenzare l’elettorato cattolico: «Non credo e mi auguro che non dia indicazioni di voto perché oggi non c’è più l’unità politica dei cattolici» spiega citando un sondaggio di Famiglia Cristiana secondo cui il 27% dei credenti vota per la Quercia.
Considerazioni condivise da Giulia Rodano, consigliere diessina nel Lazio ed erede di una delle storiche famiglie cattoliche comuniste: «Bisogna distinguere i piani. L’ispirazione cristiana aiuta la coesione della società civile, ma la scelta su ciò che è giusto per una comunità laica va fatta laicamente» spiega lei che, credente, è stata in prima linea nella battaglia per i Pacs. Come pure la deputata Livia Turco, per nulla sorpresa di ritrovarsi un segretario cattolico e sicura che la sua "confessione" non sia anche un modo di accattivarsi le simpatie del Vaticano: «Conosco il rigore di Fassino ed escludo una captatio benevolentiae. E poi i catto-comunisti sono un pezzo di storia importante. Togliatti approvò l’articolo 7 della Costituzione, Berlinguer riconobbe che la religione è uno stimolo al processo di cambiamento. Un’intuizione che andrebbe ripresa». E però lei, credente, qualche problema col Pci lo ebbe: «Nel ’76 entrai nella segreteria nazionale: avevo la tessera delle Acli, Natta mi disse che era un’incongruenza e la restituii».
La Turco non è l’unica esponente ds con trascorsi di associazionismo cattolico: Mimmo Lucà, deputato e membro della segreteria, è stato vicepresidente delle Acli, il senatore Tonini era a capo della Federazione universitaria cattolica come pure Stefano Ceccanti, componente della commissione ds per il progetto. E dalla Fuci arrivano anche i deputati Lumia e Kessler. Molti di loro si ritroveranno ad Assisi il prossimo weekend per il convegno dei cristiano sociali, presenti Prodi e Fassino. Tema: «La sinistra democratica e le sfide della coscienza cristiana». L’ispirazione? Una frase di Joseph Ratzinger.

aprileonline 27.9.05
Fassino: sono credente

Roma - "Sono stato per nove anni allievo dei gesuiti a Torino e questo mi ha consentito di rafforzare la mia fede religiosa". Piero Fassino, in momenti in cui c'é una certa turbolenza tra i laici e la Chiesa cattolica, dal referendum sulla procreazione assistita in poi, torna, nella trasmissione di Barbara Palombelli su Radiodue, sul tema della sua fede religiosa, del quale ha sempre parlato molto poco.
"Proprio perché si tratta di un fatto assolutamente personale, privato - sottolinea il segretario dei Ds - non ne ho mai fatto manifestazione pubblica o politica, perché sarebbe del tutto inopportuno e improprio, proprio per il rispetto che ho per la fede e le mie convinzioni".
"Credo - sostiene Fassino - che sia assolutamente normale che una persona possa essere credente, come lo sono io, avere una fede e fare scelte politiche di impegno come quelle che ho fatto finora". "Essere un uomo di sinistra - conclude Fassino - significa battersi per la giustizia, l'uguaglianza, il rispetto della persona umana, che sono valori a cui, come e' noto, e' attenta una fede religiosa come quella cattolica".

«Piero il pio»

il manifesto 27.9.05
Piero il pio
IDA DOMINIJANNI

Ruini non c'entra, sono stati i gesuiti a rafforzare la fede religiosa di Piero Fassino allevandoselo per nove anni in quel di Torino. La politica non c'entra, «la fede è un fatto personale e privato», per questo il segretario dei Ds non ne ha mai fatto professione pubblica, «perché sarebbe del tutto inopportuno e improprio». Però è alla radio, pubblica, che ora Fassino si confessa, rispondendo su fede e Pacs a Barbara Palombelli e avanzando l'idea che si possa fare «una equilibrata e giusta legge sulle coppie di fatto senza mettere in discussione la famiglia». I rutelliani Ccs al posto dei Pacs? E perché no, così anche le coppie di fatto resterebbero un problema privato senza rilevanza pubblica, come la fede di Fassino. I riti sono importanti per la politica laica né più né meno che per la religione. Periodicamente, i leader del principale partito della sinistra officiano messa variamente: vanno in visita dal papa con moglie e figli, dichiarano a Famiglia cristiana che la legge sull'aborto andrebbe un po' ritoccata, si rivelano credenti all'ora giusta. C'era una volta il dialogo fra comunisti e cattolici, ricorda sulla Stampa di ieri Pietro Ingrao, e c'è ancora, in posti seri come i seminari dai camaldolesi di Monte Giove dove si spacca il capello in quattro sulla politica della trascendenza e la trascendenza della politica. Troppa fatica: la genuflessione, l'ammiccamento, la conversione sono riti abbreviati che servono meglio alla bisogna. Che di questi tempi non è il dialogo con i cattolici, ma la rincorsa centrista al voto dei cattolici.

Il voto dei cattolici è in libera uscita nel mercatino politico bipolare dopo la fine dell'unità politica dei medesimi, che diversamente da quanto pensa Fassino aumenta, non diminuisce, l'influenza del Vaticano sull'elettorato, o almeno il suo protagonismo invadente. Monsignor Ruini impazza da mesi sulla scena politica italiana, ma Fassino, come pure Lucia Annunziata sempre sulla Stampa (di Torino), sostiene che è «infondato» parlare di ingerenza, perché è normale che la Cei abbia il suo punto di vista su questioni importanti come i Pacs. E certo che è normale. Ma non è normale che detti legge in materia di partecipazione al voto, come nel caso del referendum sulla procreazione assistita, e che esprima giudizi di costituzionalità delle leggi, come nel caso dei Pacs. In un paese normale, quello di dalemiana memoria, l'intero arco costituzionale, ammesso che ce ne sia ancora uno, si ribellerebbe a questa invasione di campo. In Italia invece il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga ricorda a Romano Prodi i suoi «doveri» verso «la Chiesa d'Italia», dimenticandosi che la pur timida riforma del Concordato di vent'anni fa ha cassato dall'ordinamento la religione di Stato.

Una buona legge sulle coppie di fatto non si può fare senza mettere in discussione l'idea monolitica e preistorica di famiglia che la morale cattolica ci vuole imporre con la connivenza del perbenismo politico di destra, di centro e di sinistra. Piero Fassino farebbe bene a prenderne atto, come avrebbe fatto bene a prendere atto che sulla fecondazione artificiale non si poteva vincere senza nominare la libertà procreativa. Ci sono questioni di civiltà che non si possono affrontare con la strategia della riduzione del danno, senza mai alzare il tiro sui valori di fondo e lasciandone il monopolio alla Chiesa. La libertà, in democrazia, è uno di questi valori di fondo, e prima la sinistra ricomincia a pronunciare questa parola obsoleta e tradita, prima la sdogana dal lessico di Ruini, Berlusconi, Fini e Marcello Pera. Fra gli altri fattori che influenzano il voto, il leader Ds cominci a valutare anche il senso di asfissia che prende donne e uomini di questo paese a sentir parlare della famiglia come di una gabbia certificata e santificata, e di democrazia come di un vaniloquente dialogo senza punti e senza differenze. Quando fischiare un cardinale è considerato pericoloso e permale più o meno quanto gettare una bomba, un paese normale e perbene deve cominciare a chiedersi se non sia diventato un paese stupido.

il manifesto 27.9.05
PIERO FASSINO
Fede «privata» resa pubblica
di COSIMO ROSSI

«Proprio perché si tratta di un fatto assolutamente personale, privato non ne ho mai fatto manifestazione pubblica o politica: perché sarebbe del tutto inopportuno e improprio, proprio per il rispetto che ho per la fede e le mie convinzioni». Non si spiega allora perché Piero Fassino senta il bisogno di rispondere ai microfoni di Radiodue: «Sono stato per nove anni allievo dei gesuiti a Torino e questo mi ha consentito di rafforzare la mia fede religiosa». Come per altro si era già saputo via Giuliano Ferrara. Lo stesso concetto, del resto, era stato usato dal leader Ds pochi anni or sono per ammansire il pubblico ciellino del meeting di Rimini, argomentando che questo faceva di lui un convinto assertore della funzione della scuola privata. Dovendosi oggi cimentare con la vigorosa ingerenza della Cei nella politica italiana, l'infanzia sui banchi dell'ordine con la spada torna perciò utile. A maggior ragione rispondendo ai microfoni di Barbara Palombelli, consorte del leader della Margherita Francesco Rutelli, con cui è convolata nuovamente a nozze secondo i sacramenti di santa romana chiesa dopo la dovuta conversione più volte pubblicizzata dal leader della Margherita.

Se la fede è cosa privata, altrettanto viene viziosamente utilizzata come pubblica virtù. Cosicché, se nella Spagna dei cattolicissimi Borbone il premier Zapatero laicizza istituzioni e forme della convivenza sociale, il percorso della politica italiana è inverso. Dietro lo scudo crociato, la Dc era meno subalterna ai vescovi di quanto non sia la politica odierna. Dopo Rutelli, dunque, Fassino. Del resto, se l'ex sindaco di Roma è obbligato a benedire l'accesso all'Unione del partito radicale ove ha svolto l'apprendistato politico, ci pensa la gran parte della Margherita ad associarsi al veto dell'Udeur. E la Quercia non si sporca troppo le mani in difesa dell'alleanza laico-radical-socialista che gode delle scomuniche pontificie: apprezza, ma preferirebbe nasconderla all'ombra delle sue fronde.

Dopo aver salutato nel papa Ratzinger la crociata contro il relativismo (intervista al Corsera), Fassino riconosce anche il diritto d'accesso alla tribuna elettorale per don Camillo Ruini. Libera chiesa in libero stato per il sabaudo Fassino si traduce ad esempio con il fatto che «sulle coppie di fatto va ascoltato e rispettato il punto di vista della chiesa, e al tempo stesso si deve dire con chiarezza che la funzione dello stato è diversa da quella di una fede, lo stato deve essere in grado di tutelare tutti i cittadini». Perciò i fischi a Ruini vanno comunque stigmatizzati. «Io considero infondato l'argomento secondo cui se Ruini parla di queste cose opera un'ingerenza, una invasione di campo - dice Fassino - È del tutto naturale che la chiesa esprima il proprio punto di vista su un tema così sensibile sul piano etico, morale, religioso come la famiglia o le coppie di fatto. Mi sarei sorpreso del contrario». Il leader Ds rivendica «la stessa legittimità» a dire la sua. Che del resto è calibrata sull'«adottare un'equilibrata e utile legislazione sulle coppie di fatto senza mettere in discussione il valore della famiglia». Senza perciò misurarsi con il fatto che i Pacs si fondano su un vincolo di natura sociale (perciò validi anche per chi non è legato sentimentalmente), mentre il tema posto dalla chiesa come da Zapatero riguarda in vero il riconoscimento dell'accesso al matrimonio per chi creda in quel vincolo puntualmente incensato da tutti.

Da un dio all'altro: «Prenderò anche la nuova Punto - rivela Fassino - Da quando ho la patente ho sempre viaggiato in Fiat».

articoli del 27.9.05

sinistra
aprileonline 27.9.05

Vi racconto la vittoria di Vendola. Ma ora tocca a Bertinotti
Intervista. Nicola Fratoianni, segretario pugliese di Rifondazione e cervello organizzativo delle primarie, spiega le differenze tra l'esperienza delle scorse regionali e quella nazionale.
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Il Giornale 26.9.05

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ROMA - «È sbagliato contestare Ruini». Parola di Pietro Ingrao...
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Due ore di colloquio durante una cena a Castel Gandolfo
Küng, il teologo ribelle ricevuto dal Papa
«Una gioia reciproca»«Ratzinger non guarda indietro e ascolta»
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diritti
La Stampa 27 Settembre 2005

CASSAZIONE NEI PROSSIMI MESI LA CONSULTA DOVRÀ SCIOGLIERE IL PARADOSSO
False generalità al neonato punite come l’infanticidio
di Pierluigi Franz

psichiatria
Le Scienze 27.09.2005

Trattamento obbligatorio per i malati di mente
La nuova legge inglese riguarderebbe migliaia di pazienti

neuroscienze
Tempo Medico 27.9.05

L'amore ai tempi delle neuroscienze
Scoperte le aree cerebrali che si attivano in presenza della persona amata
di Emanuela Zerbinatti - Tempo Medico n. 798

lunedì 26 settembre 2005

lotta al fondamentalismol'Unità, per vie un po' traverse si distingue da Fassino Prodi e gli altri

l'Unità 26.9.05
Fischiare è dialogare
Il caso Ruini
Un fischio vale più di mille parole
di Marino Niola

Lo dicono concordemente tutti gli studi sul comportamento umano e su quello animale. Si può dire che gli uomini fischino da che mondo è mondo. E l'ultimo a far esperienza di questa antichissima forma di comunicazione è stato il cardinal Ruini che a Siena è stato letteralmente subissato di fischi.

GLI STUDENTI dell'università toscana hanno fatto ricorso ad un segnale ancestrale, ad una espressione al limite tra la cultura e la natura, tra la parola e il rumore, tra l'umano e l'animale. Il fischio è infatti imitazione del suono degli uccelli o di altri animali sibilanti, una forma di comunicazione radicalmente diversa dal linguaggio umano e in quanto tale barbarica, nel senso che al termine davano i Greci. Questi infatti chiamavano barbari tutti gli stranieri perché non necomprendevano la lingua e la paragonavano al verso degli uccelli. Il più antico significato del fischio è quello di contestazione. Al punto che nella Bibbia è già codificato come punizione mandata da Dio. Secondo il libro dei Re il Signore minaccia di fare di Israele lo zimbello di tutte le genti e di far piovere fischi sul popolo eletto se si fosse messo ad adorare altro Dio all'infuori di lui.
Fischiare, dunque, equivale a parlare in un modo diverso dall'ordinario, un modo più sintetico di qualsiasi parola. Ma non per questo meno complesso e meno ricco di forza comunicativa. Anche perché nessuno come il ricevente riconosce il motivo per cui viene fischiato e quindi è lui per primo a dare senso al messaggio.
Fischiare e parlare sono insomma due modi diversi per dire la stessa cosa. Un gruppo di scienziati dell'Università di Washington ha pubblicato recentemente sulla prestigiosa rivista "Nature" i risultati di una ricerca su una lingua in codice in uso tra i pastori di Tenerife, nelle Canarie. Una lingua che usa fischi al posto delle parole e che tuttavia attiva i medesimi centri del linguaggio. Fischiare e parlare per il cervello sono dunque la stessa cosa. È questa la conclusione dei neuroscienziati. Il fischio, come del resto l'applauso, sono forme antichissime di «rituali comunicativi», così li chiamano gli etologi e gli antropologi, comportamenti la cui esagerazione mimica li rende particolarmente teatrali, li sovraespone facendone dei simboli di qualcosa che non si può dire a parole. Sono segnali al tempo stesso semplici e immediatamente riconoscibili.
È anche questo che spiega la loro diffusione pressocché universale. Anche se spesso il loro senso può cambiare con la cultura e con il contesto.
I fischi in certi casi possono significare anche approvazione mentre, per esempio, battere i pugni sul tavolo, che è di solito un gesto aggressivo, nella comunità scientifica anglosassone equivale ad un'ovazione. Così come le parole, anche gesti e suoni cambiano significato. Si tratta in ogni caso di segnali che disegnano una cornice, stabiliscono un confine, avvertono insomma che in quel momento la comunicazione ordinaria è impossibile o interrotta. E' questo il motivo per cui a teatro, allo stadio, al cinema e qualche volta davanti a un'opera d'arte non si parla con il destinatario del messaggio ma lo si fischia o lo si applaude.
In altre parole non si parla «con» lui ma ci si rivolge «a» lui attraverso gesti e suoni. E proprio così gli studenti di Siena si sono rivolti a Ruini. In questo senso il fischio è un vero e proprio picco comunicativo, come un urlo che serve spesso a riportare l'attenzione su un dialogo interrotto.
Mille ragioni in meno di una sillaba. L'importante è andare oltre la sillaba e trovare le parole per far parlare quelle ragioni.

l'Unità 26.9.05
«Fischi leciti a Ruini»
Eugenio Scalfari corregge «Repubblica»
Il fondatore: «Se la Chiesa va a destra è lei a sceglierlo»
La Mafai: «I politici? Cercano patenti dal cardinale»
di Maria Zegarelli

UNA DOMENICA in famiglia, i bambini che corrono in casa, giornata ecologica a Roma per una pausa dallo smog quotidiano. E un pensiero che ronza in testa, perché per Miriam Mafai staccare «la spina» è praticamente impossibile. «Ma cosa c’è di scan-
daloso nella contestazione al cardinale Camillo Ruini?». Intere pagine dei quotidiani occupate dalle polemiche divampate dopo la contestazione di un gruppo di giovani al capo della Cei sui Pacs, i contratti che dovrebbero regolare le unioni di fatto, omosessuali e non. «Non c’è assolutamente niente di scandaloso. Lo trovo normalissimo, purché la contestazione resti in un contesto di civiltà», dice con convinzione. «E a Siena mi è sembrato che tutto rientrasse nell’assoluta civiltà. Ruini era a Siena per ricevere un riconoscimento da un'associazione politica, Liberal. Non era in chiesa». Ieri Eugenio Scalfari sulle colonne di Repubblica scriveva, correggendo il «tiro» del «suo» giornale dopo il cauto editoriale pubblicato sabato scorso da Edmondo Berselli: «Ai commentatori che suggeriscono di non regalare la chiesa alla destra mi permetto di far osservare due cose: la chiesa è pienamente capace di intendere e volere; se va a destra è lei che lo decide e non qualcuno che gliela regala». E su Ruini: «Di invasioni campo di questo genere è piena la recente biografia del presidente della Cei. Esse creano inevitabili reazioni non solo dei laici non credenti ma anche nel laicato cattolico più avvertito, che vorrebbe dai propri vescovi più religiosità e meno politica». «Giusto, giustissimo», commenta Mafai. E aggiunge: «Quello che mi disorienta e mi provoca un certo disagio è la corsa dei politici a sottolineare il proprio dissenso da questa dimostrazione, di modeste proporzioni, quasi per guadagnarsi una patente di credibilità da parte del vescovo». Che lo facciano a destra, che lo faccia l’Udc, può anche essere prevedibile, ma che avvenga «anche da parte di uomini e esponenti politici della sinistra» è in qualche modo poco chiaro. «Non parlo di Prodi, che è un cattolico. La stessa Rosy Bindi, sui Pacs, afferma una sua autonomia di giudizio su quello che affermano i vescovi e il suo diritto a dissentire. Lo ha fatto adesso e lo ha fatto anche durante la battaglia referendaria - aggiunge concedendosi il lusso di una sigaretta nel proprio salotto dove nessuno può protestare -. Parlo di alcuni della sinistra, per esempio lo stesso Fassino, che in questo caso non capisco. È come se ci fosse una perdita del valore della laicità dello Stato».
Ed eccolo qui il tema così caro a chi, come lei, durante la campagna referendaria sulla procreazione assistita ha investito energie e speranze. La laicità dello Stato, «un argomento che sembra sempre meno attraente». Allora come ora la Chiesa entra pesantemente nel dibattito della politica, cerca di dire la sua sui contenuti di una legge. Il cardinale Ruini ha anche espresso giudizi sulla presunta incostituzionalità della legge sui Pacs. Non ha parlato soltanto da importante esponente della Chiesa alla Chiesa e ai fedeli. «Se si fosse limitato a questo non avremmo avuto nulla da obiettare - dice l’editorialista con un passato e un presente sempre a sinistra -. Ma il cardinale è andato molto in là: ha espresso giudizi sulla costituzionalità di una legge. Non è una sottigliezza. La politica in generale può anche far finta di non registrare questi particolari, ma la sinistra non può rinunciare alla difesa del principio della laicità. I Ds non possono farlo altrimenti questa battaglia la combatteranno soltanto Rifondazione e i socialisti».
Nè ci si può far spaventare dall’esito del referendum. «Sono convinta che ci sia stato un errore di lettura di quel risultato. Ruini, ma forse anche qualcuno dei Ds, ha visto in quel 70% di astensione una vittoria del richiamo della Chiesa. Penso invece che abbiamo creduto, sbagliando, che quello fosse il terzo referendum, dopo il divorzio e l’aborto, di conquista di diritti. In raltà era un tema che riguardava una minoranza del paese e che ha trovato indifferenza negli altri». Chissà, forse anche perché erano anni che non si sentiva più parlare di temi etici, di scienza e di genetica. E forse la Chiesa di Ruini si è infilata in quel silenzio.

articoli del 25/26.9.05spoglis

sinistra
l'Unità 26.9.05

SONDAGGIO DI PUBLIC AFFAIRS
Il Professore al 52 per cento
Segue Bertinotti col 21

sinistra
La Stampa 26.9.05

Bertinotti
«Vescovi troppo interventisti
Inevitabile il muro contro muro»

sinistra
La Stampa 26.9.05

Ingrao
«Non serve lo scontro con Ruini
anche Prodi e Fassino sbagliano»
di Jacopo Iacoboni

sinistra
Corriere della Sera 26.9.05
I vescovi sfumano i toni: a Siena solo un intermezzo La Cei dopo i fischi a Ruini: non è una protesta politica
Bertinotti: diritto di parola, non di fare le leggi
di Ga. Ja.


sinistra
Il Tempo 25.9.05

Bertinotti «Il programma non è un elenco telefonico»

sinistra
Il Messaggero 25.9.05

LA SFIDA DI FAUSTO IL ROSSO
Bertinotti: voglio un’Unione di sinistra
«Finito il monopolio dei riformisti. Rutelli sui Pacs intimorito dalla Chiesa»
di Nino Bertoloni Meli

BergamoScienza
Corriere della Sera 26.9.05

Che cosa spinge quasi mille persone, in una mattina di ...

BergamoScienza
Corriere della Sera 26.9.05
BergamoScienza, oggi incontro con la Montalcini «Le donne nella ricerca devono saper fare lobby» Maria Grazia Roncarolo: ho lavorato dieci anni negli Usa, là non esiste una guerra dei sessi
di Giovanni Caprara


Cartesio
Corriere della Sera 26.9.05

ARCHIVI Raccolte in un solo volume le epistole del filosofo
L’ultima lettera di Cartesio? Alla nutrice
di Armando Torno


ateismo
l'Unità 26.9.05

Ateologia, è utile?
di Beppe Sebaste

liberalismo
l'Unità 26.9.05

Liberalismo,
ecco il suo libro nero
di Bruno Gravagnuolo

in barba alla mappatura del DNA
Razzismo cattolico al confine orientale
l'Unità 26.9.05
POLITICA E SCIENZA
Un’ipotesi che suona di razzismo inserita nei programmi scolastici della Croazia. Ed è subito polemica
«I croati sono geneticamente diversi dai serbi»
Una pericolosa teoria approda a scuola
di Silvia Bencivelli

psichiatria
La Provincia di Como 26.5.05

L'allarme in Italia Dei 600 mila casi psichiatrici almeno 50mila ad «alto rischio»

psichiatria
La Provincia di Como 26.9.05

Quei matti lasciati soli di farsi e far male
di Fulvio Panzeri

La Stampa 27 Settembre 2005
CASSAZIONE NEI PROSSIMI MESI LA CONSULTA DOVRÀ SCIOGLIERE IL PARADOSSO
False generalità al neonato
punite come l’infanticidio
di Pierluigi Franz

Le Scienze 27.09.2005
Trattamento obbligatorio per i malati di mente
La nuova legge inglese riguarderebbe migliaia di pazienti

Tempo Medico 27.9.05
L'amore ai tempi delle neuroscienze
Scoperte le aree cerebrali che si attivano in presenza della persona amata
di Emanuela Zerbinatti - Tempo Medico n. 798


domenica 25 settembre 2005

per chi abbia una vista adeguatamente acuta...
sulla fotografia che documenta la convention di Rifondazione Comunista al Palalottomatica di Roma, a pagina 5 dell'edizione di Repubblica di domenica 25 settembre, sulla sinistra, sarà possibile riconoscere i volti di Francesca Fagioli, Andrea Masini e, con appena un po' più di fatica, quello di Massimo Fagioli.

Liberazione contro il papa cattolico, i suoi reggicoda e tutti i fondamentalismie le Farfalle Rosse

Liberazione 24.9.05
Coppie di fatto
Il papa come l'ayatollah Khomeini

Non ci piace la società che si regola sul fondamentalismo religioso
Immaginiamo i punti sui quali la Chiesa potrà intervenire
di Ritanna Armeni

Che differenza c'è fra Benedetto XVI e Khomeini l'ayatollah che nel 1979 fece dell'Iran una repubblica islamica? Che differenza c'è fra papa Ratzinger e il capo degli sciiti irakeni Al Sistani? E ancora, quale è la diversità - nel rapporto fra la religione e lo stato - fra tre costituzioni, irakena, afghana e iraniana, alla base di paesi dominati da un integralismo religioso che subordina a sé gli organismi dello stato e la vita civile, e quello che propongono oggi le gerarchie cattoliche?

La domanda, sia ben chiaro, non è né polemica né irrispettosa. Ma ci è venuta spontanea quando abbiamo letto ieri alcune dichiarazioni di papa Ratzinger nell'incontro con il nuovo ambasciatore del Messico presso la Santa sede.

"Davanti al crescente laicismo - ha detto Benedetto XVI - che pretende di ridurre la vita religiosa dei cittadini alla sfera privata, senza nessuna manifestazione sociale e pubblica, la Chiesa sa molto bene che il messaggio cristiano rafforza e illumina i principi di base di tutta la convivenza, come il dono sacro della vita, la dignità della persona, insieme all'eguaglianza e a l'inviolabilità dei suoi diritti, il valore irrinunciabile del matrimonio e della famiglia che non si può equiparare né confondere con altre forme di unioni umane".

In poche parole il nuovo pontefice ha affermato che la religione non è un fatto privato, ma, contrariamente a quello che i laici pretendono, sociale, pubblico e politico.

E ha così dato il suo appoggio pieno alla politica seguita dal Cardinale Ruini e dalla Cei. Quella politica che ha portato il presidente della conferenza episcopale a dare indicazione di voto sui referendum per la legge 40, e a pronunciarsi i Pacs.

I cattolici - come del resto aveva detto qualche settimana fa monsignor Betori - devono uscire dalle sacrestie intervenendo uniti nella vita pubblica e modificandola secondo le indicazioni della Chiesa. La Chiesa è contraria all'aborto? Si modifichi la legge. Le gerarchie cattoliche sono contro Pacs?
I cattolici in parlamento si alleino e boccino una legge sulle convivenze civili. Un ospedale di Torino vuole sperimentare la pillola del giorno dopo? Si può intervenire, magari con un pretesto, e bloccare la sperimentazione. E così via. Immaginiamo che saranno molti in futuro i punti sui quali la Chiesa potrà intervenire per uniformare a sé, per plasmare secondo i propri principi società civile e politica. Per riappropriarsi sia pure in modo diverso dal passato di un potere temporale. Per dettare fuori, da ogni mediazione (quella mediazione, per intenderci che per decenni è stata fornita dalla Democrazia cristiana), le regole della convivenza civile. E allora la domanda iniziale ritorna. Che differenza c'è fra questa concezione dei rapporti fra stato e chiesa e quella che si esprime nel fondamentalismo islamico? Che Stato è quello che si uniforma alle regole religiose? In Iran la Guida suprema, la massima autorità è al di sopra del parlamento del presidente della repubblica e del potere giudiziario e vigila su di essi. E' così che si vuole la repubblica italiana? E' questo il ruolo a cui aspira Ruini? Al Sistani, capo spirituale degli sciiti irakeni, ha cercato di imporre nella costituzione irakena, la sharia affermando che i principi dell'Islam devono essere la sola fonte di ispirazione della carta costituzionale. C'è riuscito, anche se con un compromesso. L'Islam è una delle fonti della legislazione, ma non la sola. Le parole di Ratzinger non salvano neppure l'ipocrisia del richiamo ad altre fonti di diritto perché il papa cattolico dice che «il messaggio cristiano rafforza e illumina i principi di base di tutta l convivenza». Nella Costituzione afghana non c'è nessun riferimento alla sharia, ma l'affermazione che nessuna legge afghana può essere contraria al credo islamico. A questo si vuole arrivare anche in Italia? Che non vi sia nessuna legge contraria al credo cattolico?

Non c'è da stare allegri. E non perché pensiamo che nel lungo periodo il processo di secolarizzazione della società italiana possa essere bloccato. Ma perché, nel medio periodo, gli opportunismi della vita politica possono aiutare le gerarchie cattoliche in un'opera di delegittimazione dello Stato laico. E rendere più difficile la vita di molti, soprattutto delle donne. Per questo è giusto dare una risposta molto più ampia e radicale di un laicismo di principio. Perché è la società, gli uomini e le donne che vorrebbe Ratzinger, i rapporti fra di loro e fra loro e legge che non ci piacciono, così come non ci piace nessuna società che si regoli sul fondamentalismo religioso. Fino a qualche mese fa pensavamo che nessun avrebbe provato a proporcela.

Liberazione 25.9.05
Gli studenti: «Aggressione a Ruini? Abbiamo solo manifestato il dissenso»
Parla Alessandro Francesconi, 20 anni, del collettivo studentesco Farfalle Rosse di Siena
Parla Alessandro Francesconi, 20 anni, del collettivo studentesco Farfalle Rosse
di Giuliano Rosciarelli

Mezzi punk, estremisti gay, intolleranti, manigoldi e intimidatori. Dopo le contestazioni al cardinale Ruini, li hanno definiti in tutti i modi ma, loro, i ragazzi di "Farfalle rosse", non amano le etichette, preferiscono «parlare solo dei contenuti». Sono circa trecento studenti in rappresentanza dei dieci istituti delle scuole medie e superiori di Siena, più altre scuole della Provincia, e dentro c'è di tutto: dai collettivi autonomi, come il Sarocchi, all'Unione degli studenti, dai Giovani comunisti ai cosiddetti "cani sciolti". Venerdì scorso quando di fronte alla "nobile" platea della "Fondazione Liberal", hanno contestato il presidente della Cei, per le posizioni espresse in materia di diritti agli omosessuali, battendo le ali della farfalla preludio di un uragano politico poi abbattutosi sugli studenti. Alessandro Francesconi, 20 anni, universitario al secondo anno di Scienze politiche, è uno dei protagonisti di «questo nuovo movimento» uscito «allo scoperto» il 16 settembre scorso con una iniziativa contro la Riforma Moratti e ritrovatosi venerdì per "fare un Pacs avanti, nei diritti".

Le contestazioni al cardinale Ruini hanno scatenato un putiferio. Ve lo aspettavate?
Abbiamo pensato solo che era giusto farlo. La destra ha subito levato gli scudi della propaganda cattolica e questo era prevedibile, ma anche da sinistra non abbiamo sentito cose piacevoli. Segno evidente che su certi passaggi la politica deve ancora fare passi da gigante. La maggior parte degli intervenuti non sa nemmeno come sono andate le cose. Hanno parlato di aggressione, non e vero. Abbiamo solo manifestato il nostro dissenso. Ruini ha potuto parlare liberamente e fare il suo discorso. Noi siamo andati lì per dare voce a quanti oggi non hanno voce come gli omosessuali contro cui la Chiesa è scesa in campo in maniera aggressiva ed invadente.

Vi identificate in una sigla, Farfalle rosse, ma al di là delle definizioni, cosa significa per voi?
Il nostro tentativo era quello di cercare di trovare una sintesi rispetto a tutte le esperienze di lotta attive nelle scuole senesi, partendo da un presupposto fondamentale: parlare a tutti e dare voce a tutti anche a quelli che non partecipano in nessuna struttura organizzata. Farfalle rosse nasce come una esperienza di movimento che nella pratica ha mostrato qualcosa di nuovo.

Hai parlato di un movimento che sta mostrando qualcosa di nuovo. Cosa intendi?
Il nostro è un percorso fatto di partecipazione. I momenti decisionali si racchiudono in una assemblea aperta a tutti, dove non si vedono sigle, non esistono accordi preparati o linee già impostate. Azzeriamo i simboli mettendoci in discussione per superare quegli steccati che a volte bloccano sul nascere qualsiasi stimolo propositivo. Ognuno di noi è portatore di specificità diverse cui tiene ed alle quali è saldamente ancorato, ma l'agire comune solidifica queste identità senza cancellarle: il collante è l'obiettivo.

E quale vi prefiggete?
Vogliamo una società più giusta. Sembrerà retorico, ma non dobbiamo mai stancarci di dirlo. C'è la guerra, l'ingiustizia sociale, lo sfruttamento economico, l'intolleranza, il razzismo. Ci sono paesi a sovranità limitata e persone con cittadinanza negata. Ci rivolgiamo ai migranti in fuga dalla fame e dalla guerra che vengono rinchiusi nei Cpt e cacciati via. Ci sono uomini e donne precari, studenti senza futuro, ci sono gay discriminati. Ecco noi siamo tutto questo.

Prossimo appuntamento?
Il 30 settembre, a Siena, per "una passeggiata del desiderio" che si snoderà per il centro storico. Vogliamo entrare nel dibattito aperto dalle primarie, rivolgendoci direttamente ai protagonisti di questa tornata elettorale, facendo sentire la nostra voce, urlare i nostri desideri, scrivere il nostro "Voglio".

Corriere della Sera«meglio Peppone che Don Camillo!»

Corriere della Sera 25.9.05
Prodi condanna, Bertinotti «capisce». Bindi: non perdiamo la Chiesa
Fischi a Ruini: Rifondazione dice sì
Le «Farfalle Rosse»

«Libero amore in libero Stato». Un boato per i contestatori Ovazione per Pietro Ingrao: «Ma non mi piace quello che è successo»
Rifondazione
di Andrea Garibaldi

ROMA - Fulvio Lombardi preferisce parlare di zucchine. «Cioè, io sono contrario al fatto che il cardinale Ruini s’impicci di leggi italiane, però va contestato in modo più corretto, così gli si dà appiglio per fare la vittima». Pausa. «Insomma! Se devi fare una manifestazione dura falla su cose più concrete. Coppie di fatto è un argomento marginale. Io ho lavorato nell’edilizia, poi all’Italcable. Prendevo 2 milioni e centomila lire di pensione, mi pareva di stare benino. Adesso prendo mille e cento euro e non mi bastano proprio». Siamo alle zucchine. «Oggi con mia moglie le volevamo cucinare. Due euro e cinquanta al chilo. Per me è tanto, abbiamo rinunciato». Palalottomatica, quartiere mussoliniano dell’Eur. Primo pomeriggio di una giornata limpida. Con i pullman e con i treni sono arrivati i militanti di Rifondazione comunista, è la manifestazione per Bertinotti alle primarie di ottobre. Idealisti mai domi e nuovissimi allevatori di speranze. Falci, martelli, «Regole 0» e Berlusconi padrone, sulle magliette. Post-it gialli ingranditi con scritte così: «Voglio... pagare il mutuo e sopravvivere». Arrivano cinque «Farfalle rosse», i ragazzi che a Siena si sono opposti al cardinale. Strillano: «Meglio Peppone che don Camillo!». Ritorno agli anni ’50, Guareschi, Cervi e Fernandel. Qui, davvero, non si sente odore di sacrestia, neanche lontano.
Arriva Bertinotti con pantaloni verdi e camicia rosa: «Se anche i cardinali si mettono a fare politica, si espongono ai rischi della politica, ai fischi, alle contestazioni. Certo, sarei stato inquieto se tutto fosse avvenuto in una chiesa...». Parla di «ingerenze neointegraliste», scivola dentro l’impianto.
Giorgio De Blasio, 40 anni, di Capua, commenta: «Disse un signore con la barba e i capelli lunghi: date a Dio ciò che è di Dio e a Cesare ciò che è di Cesare». «Fossimo stati lì, a Siena, venerdì, avremmo fischiato anche noi», assicurano Antonio Rossi, che ha 20 anni e fa il piastrellista e Barbara Arensi, che ne ha 19 e studia ragioneria. Vengono da Lodi. Ecco Enzo Giampieri, 60 anni, impiegato, che viene dal quartiere Montesacro di Roma: «Chi ha reagito meglio è stato proprio lui, il cardinale Ruini. La protesta era civile, è durata dieci minuti e lui ha sorriso. Invece...». Invece? «Non si sentiva il bisogno della lettera di scuse di Prodi!». Massimo è un altro romano, distribuisce a chi entra volantini dell'Unione inquilini. Dice: «Per la Chiesa solo il Papa è infallibile. Ruini si è intromesso in faccende dello Stato, può farlo ma deve sottoporsi alla critica».
Dentro, ognuno legge sul palco il suo post-it . Sale Alessandro Francesconi, farfalla rossa, coordinatore provinciale dei giovani di Rifondazione a Siena: «Sono uno di quelli che ha contestato il cardinale Ruini. Voglio... libero amore in libero Stato». Applausone, quasi boato. Alessandro ha 20 anni, sulla maglietta nera la scritta: Non mi avrete mai come volete voi. Spiega: «E’ stata una manifestazione pacifica, non gli abbiamo mica impedito di parlare». Va al microfono il direttore di Liberazione , Piero Sansonetti. Cita il «rispetto» di Fassino e la «devozione» di Rutelli verso Ruini. Salva di fischi. Non sono per il massiccio Sansonetti.
Piano sotterraneo, nella grande tavola calda l’analisi continua: «Per noi è una fregatura: con duemila anni di esperienza alle spalle, Ruini ha girato l'episodio a suo favore». Parola di Mariano Grilli, 64 anni, falegname in pensione, da Porto Sant’Elpidio, Ascoli Piceno. E Lia, bolognese che assiste adolescenti difficili: «Non mi è piaciuto il metodo. Non è stata un’azione di massa, ben spiegata e preparata». Il novantenne Pietro Ingrao ha appena parlato sul palco, acclamato tutti-in-piedi. Cosa dice questo antico comunista elegante del caso Ruini? «Non ho simpatia per il cardinale, ma quel che è accaduto non mi è piaciuto. Nella relazione con gli uomini di chiesa occorre mantenere la misura. L’esperienza religiosa tocca corde profonde, non si deve dimenticarlo mai, nemmeno quando uomini come Ruini danno giudizi troppo perentori. Credo che anche la Chiesa dovrebbe misurare sempre le parole quando si pronuncia sui rapporti personali».

soli contro tutti? in tanti!
SPACCATURA Fischi a Ruini, condanna di Prodi. Il Polo: è tardi Centrosinistra diviso sulla contestazione al cardinale. L’Osservatore: protesta ignobile

di Lorenzo Salvia

ROMA - Dopo un giorno di silenzio anche Romano Prodi e Piero Fassino prendono la parola a difesa del cardinale Ruini, fischiato venerdì dagli studenti di Siena per la sua chiusura sulle coppie di fatto. Frasi tardive e troppo morbide secondo la Casa delle Libertà, che con il vice premier Gianfranco Fini parla di «no global, teppisti e aspiranti terroristi non a caso già arruolati dal centrosinistra in questa campagna elettorale». Ma il centrosinistra è diviso.
PRODI E FASSINO - «Biasimo profondamente queste contestazioni» dice Prodi spiegando di aver «mandato una lettera personale» al presidente della Cei. «In una società democratica e libera i fischi non sono un argomento» aggiunge Fassino, secondo cui è «sciocco pensare che su temi delicati come le coppie di fatto la Chiesa non abbia un punto di vista e non lo esprima». Per la Margherita è Pierluigi Castagnetti ad «esprimere assoluta solidarietà al cardinale Ruini per la gazzarra da cui è stato investito».
CDL, PAROLE TARDIVE - «Non è casuale - sottolinea il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi - che Prodi abbia atteso un giorno prima di esprimersi e che eviti la parola condanna preferendo parlare semplicemente di biasimo». Per l’ex ministro di An Maurizio Gasparri, il Professore «dimostra ancora una volta di avere riflessi lenti e mente appannata». Mentre il leader dell’Udc Marco Follini definisce quello di Siena un «tardo, triste rito sessantottino» e si sarebbe «aspettato qualche parola più generosa nei confronti di chi è stato contestato». Per il suo collega di partito Luca Volontè è «necessario che dal "cattolico e sofferente" Prodi venga un atto di coerenza e autorevolezza: lasci Bertinotti e Grillini fuori dalla sua alleanza politica, ne soffrirebbe meno lui e gli italiani sarebbero più garantiti nei loro diritti di libertà». Dura le replica dello stesso Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay e, per i Ds, ideatore della legge sulle coppie di fatto: «Volonté si dovrebbe vergognare di stare in una coalizione dove hanno cittadinanza anche i nazisti, portatori di una politica di discriminazione verso gli omosessuali».
CONTESTAZIONE LEGITTIMA - Ma c’è anche chi giudica legittima la contestazione di Siena. Non solo Fausto Bertinotti e Rifondazione. «Se il cardinale Ruini parla soltanto di questioni religiose - spiega Gianni De Michelis (Nuovo Psi) - è blasfemo fischiarlo, ma se legittimamente parla di altre materie, c’è un corrispettivo diritto a dissentire». Francesco Cossiga concorda: «Siamo in un regime democratico e se un cardinale va in luoghi dove può essere contestato, va in quei luoghi rischiando di esserlo».
OSSERVATORE ROMANO - «La viltà dell’intolleranza. Il coraggio della verità»: questo il titolo dell’Osservatore Romano, schierato naturalmente a difesa del cardinale Ruini: «La Chiesa che parla in difesa della vita, della dignità dell’uomo, della famiglia dà fastidio ma è suo dovere farlo. Fa parte della sua missione. E non saranno certo ignobili contestazioni di piazza strumentalizzate, non meno strumentali campagne di stampa e prese di posizioni politiche a farla tacere. A farci tacere».

articoli del 24/25.9.05

sinistra
Liberazione 25.9.05
Al palasport Rifondazione comunista apre la campagna per le primarie in un clima di entusiasmo. Gli auguri di Haidi Giuliani e Lothar Bisky
Ingrao e Bertinotti: «Ciampi, mandali tutti a casa
L'Italia ha l'occasione per aprire un ciclo di sinistra»
di Castalda Musacchi


sinistra
Liberazione 25.9.05
Kermesse conclusiva di Liberafesta. A ruba le magliette gialle delle primarie e quelle di "Piazza Carlo Giuliani - ragazzo"
Palalottomatica, dove trionfano i "voglio".
Ingrao: «Liberiamo l'Italia»
di Laura Eduati


sinistra
l'Unità 25.9.05
Bertinotti: l’Unione dia una spallata
Il leader del Prc: e una volta al governo, niente lacrime e sangue
Anche Ingrao chiede all’opposizione una mobilitazione per far cadere il governo
di Simone Collini

sinistra in lotta contro il fondamentalismo /1
Liberazione 24.9.05

Papa Ratzinger: «Il laicismo pretende di ridurre la vita religiosa dei cittadini alla sfera privata»
Il pontefice rivendica il diritto del Vaticano a scrivere l'agenda politica del governo italiano. In difesa dei valori cattolici
di Laura Eduati

sinistra in lotta contro il fondamentalismo /2
Liberazione 24.9.05

Ritirava un premio i ragazzi hanno protestato per l'ingerenza sui Pacs
Siena, Ruini contestato. "Insorge" il mondo politico

sinistra in lotta contro il fondamentalismo /3
La Stampa 25.9.05

REAZIONI DOPO IL CASO DI SIENA L’OPPOSIZIONE TENTA DI NON TAGLIARE I PONTI CON LA CHIESA, MA IL FRONTE NON È UNITO
Prodi condanna i fischi, Bertinotti no
Rifondazione: se un prelato fa politica deve aspettarsi gli attacchi, i Ds smorzano i toni
di Giacomo Galeazzi

sinistra in lotta contro il fondamentalismo /4
l'Unità 25.9.05

QUELLI CHE... FISCHIANO
di Vladimiro Frulletti

Ruini, il Boss
La Stampa 25.9.06

Religione e politica
Quanto conta il potere del presidente dei vescovi
Dietro il dito di Ruini
Radiografia di una Chiesa sul palcoscenico della vita pubblica

un giudice
Corriere della Sera 25.9.05

«Mostrerei i simboli di tutte le religioni, ma mi rendo conto che si rischierebbe l’effetto-bazar. I miei colleghi sono solo una casta ideologizzata» Il giudice che non vuole il crocifisso
«La legge degli uomini? La detesto»
Luigi Tosti sotto processo per il rifiuto di fare udienza: difendo la laicità dello Stato

di Marco Imarisio

Pera...
Liberazione 24.9.05

Il presidente Pera ha detto che chi rifiuta la nostra cultura (la sua) è come i cannibali e va contrastato con la forza...
Sciolto il dubbio: è idiota

citato ai seminari
Corriere della Sera 25.9.05
Con Astolfo in volo sull’Ippogrifo L’amore al tempo di Orlando

scuole cattoliche
La Stampa 25.9.05

DECRETO LEGGE IL GOVERNO HA ESTESO L’ESENZIONE ALLE ATTIVITÀ DI «ASSISTENZA, BENEFICENZA, ISTRUZIONE E CULTURA»
Blitz di Ferragosto: le scuole cattoliche non pagano l’Ici


Giordano Bruno

adnkronos 23.9.05
CULTURA: ROMA, UNA SERIE DI EVENTI CELEBRANO GIORDANO BRUNO
I GIOVANI DEL CONSERVATORIO IN CONCERTO A VILLA PICCOLOMINI

Roma, 23 set. (Adnkronos Cultura) - “Vita rilucente. Giordano Bruno e il Cinquecento” è il titolo della rassegna di eventi che si tiene, in una splendida cornice rinascimentale, a Villa Piccolomini di Roma fino al 30 ottobre. Evento centrale della manifestazione è la personale della pittrice Roberta Pugno, che espone le proprie opere ispirate a Giordano Bruno negli spazi della Villa e nel porticato prospiciente la Basilica di S.Pietro. Roberta Pugno è autrice di opere di grande suggestione e profondità e, come in questo caso, fonte di ispirazione o di rapporto con altre forme espressive. La sua mostra a Villa Piccolomini è, infatti, concepita attraverso un dialogo articolato tra immagini, suoni e parole (non a caso, alla mostra si affiancheranno concerti, rappresentazioni teatrali, letture), mentre nel porticato, le sue tele si confrontano con l’opera di due artisti, ispirate anch’esse a Giordano Bruno: “Le Sedie dell’Inquisizione” di Orazio Cordischi e le “Xilografie in ferro” di Alessandro Burul.