due lettere a "Liberazione" di domenica 26.2
Xenofobia
Se la differenza è un’anomalia
Caro Sansonetti, stamattina il tuo articolo sul “manifesto in difesa della razza” mi ha messo di malumore. E’ vero, la xenofobia sta montando tragicamente. Ma questo problema sorge da molto lontano, forse da sempre, dal momento in cui qualcuno, alla vista del diverso da sé, ha annullato la sua realtà umana per un difetto di pensiero che dice: il diverso da me è meno umano di me; il diverso è, come diceva Aristotele parlando delle donne, un’anomalia della specie. Storicamente, quindi, le radici della xenofobia stanno nel pensiero occidentale, ma stanno anche ben radicate nella religione giudaico-cristiana di cui il senatore omissis è un degno epigono. L’idea, il concetto di un popolo eletto e della predestinazione ha attraversato la storia da David a San Agostino, da Calvino a Hitler, da Mussolini a omissis. Si, questa mattina stavo di malumore pensando ad un mondo poco praticabile, ma poi, al mercato, le donne dell’Est ridevano inchinando il volto e mi guardavano attraverso le ciglia, Ahid mi parlava del suo paese mostrando denti bianchi, e mi sembrava un’umanità possibile, molto, molto di più di un collega che frequento da mille anni ma che non c’entra niente con me. Ahid mi era vicino, molto, molto di più di un fratello che ha ormai quasi perso la possibilità di essere umano, di essere un uomo che ha un senso nella comunità umana. Le donne dell’Est ridevano e Ahid mi parlava del suo paese mostrando denti bianchi e pensavo che forse mi era così vicino perché nessuno aveva colonizzato la sua mente.
una segnalazione di Antonella Pozzi:
Luca Coscioni. La morte per divieto di ricerca
Caro Sansonetti, sono una lettrice affezionata, ma critica. Credo che “Liberazione” avrebbe dovuto dare più spazio alla notizia della morte di Luca Coscioni per sclerosi laterale amiotrofica e fare maggiori commenti circa il suo significato. Soprattutto mi sarei aspettata una critica feroce alla violenza e all’ipocrisia della Chiesa e di quei politici del centrosinistra che per “salvare” gli embrioni condannano a morte gli esseri umani che, in quanto tali, sono già nati. La legge 40/2004 come ben sai, vieta di fatto, tra le altre cose, la ricerca medico-biologica sulle cellule staminali embrionali umane, cellule che possono differenziarsi in tutte le cellule dell’organismo e quindi, in futuro potrebbero essere usate per curare molte malattie degenerative, tra cui la Sla. Luca è morto anche per questo. Credo sia doveroso pubblicare, come ha già fatto “L’Unità” martedi 21 febbraio il discorso-manifesto-denuncia che Luca aveva preparato per un convegno scientifico proprio per il 21 e che s’intitola: “Io non sono libero”. Credo sia fondamentale per la sinistra riflettere sulla libertà o meno di ricerca scientifica nell’Italia del 2006 e su che cosa sia veramente la mentalità religiosa che la proibisce ora, così come l’ha sempre proibita.