due segnalazioni di Tonino Scrimenti:
La Stampa 25 febbraio, pag.9
Scrittori e registi
al fianco di Pannella
Prosegue la campagna acquisti della Rosa nel Pugno che già, con Turci, De Giovanni e Buglio, ha creato non pochi problemi alla Quercia. Pannella ha recuperato dalla vecchia guardia radicale Gianfranco Spadaccia, e non invece Massimo Teodori, che si racconta sia rimasto. La lista annovera il costituzionalista Michele Ainis, lo scrittore Carlo Mazzantini, il regista Marco Bellocchio, che ha come trait-d’union con Bertinotti lo psico-filosofo Massimo Fagioli, e che nel corso degli anni era stato assai vicino al Pci. In quota Sdi, che riconferma i parlamentari uscenti, gli intellettuali Luciano Cafagna e Luciano Pellicani, oltre a Pio Marconi, che sedette nel Csm. La vera sorpresa, ieri, è stato il nome di Fabrizio Rondolino, inizialmente indicato in una nota ufficiale di Torre Argentina come “Fabrizio Dondolino”. «Ma è vero, o è una boutade?» chiedeva Massimo D’Alema, di cui Rondolino è stato portavoce a Palazzo Chigi, prima di dare le dimissioni per aver scritto un romanzo osé, e di lanciarsi in una carriera di giornalista e scrittore. Gli auguri sono arrivati da altri ex dello staff dalemiano, Latorre e Cuperlo, oltre che dallo stesso D’Alema. Molti gli scienziati, in campo nel nome di Luca Coscioni: Giulio Cossu del San Raffaele di Milano, il neurologo Francesco Orzi, la biologa molecolare Marisa Jaconi, il genetista Antonio Forabosco, tra gli altri.
(con una foto di Marco Bellocchio)
Al via la raccolta delle firme, anche Bellocchio e Rondolino con la Rosa nel Pugno
Al via la mobilitazione straordinaria per la raccolta delle firme necessarie alla presentazione delle liste elettorali per le prossime elezioni politiche. La raccolta si aprirà sabato 25 febbraio alle ore 11 a Piazza Campo dei Fiori a Roma con la prima firma di Luciana Nenni, seguita da quelle di Enrico Boselli e Emma Bonino. Come sapete la Rosa nel pugno è uno dei pochi partiti costretti dalla nuova legge elettorale a chiudere le liste in anticipo e a dover fare autenticare quasi centomila firme. È necessario quindi uno sforzo di tutti i compagni e simpatizzanti che già da sabato possono recarsi presso le federazioni dello Sdi o nei banchetti allestiti in tutta Italia per sostenere la Rosa nel pugno.
Corriere della Sera 25.2.06
La «Rosa» lancia Rondolino e Bellocchio
Il presidente della Quercia: è uno scherzo?
In lista anche Toscani e Cafagna
di Alessandro Trocino
A tarda sera, dal primo piano di via Torre Argentina 18, sede della Rosa nel pugno, il radicale Michele De Lucia risponde tra l’entusiasta e lo sconsolato: «I candidati? C’è una confusione pazzesca, continuano ad arrivare telefonate e a questo punto non so neanche se la facciamo la conferenza stampa». Infatti, poco dopo, a certificare il momento magico dei radical- socialisti, arriva il comunicato ufficiale di rinvio della presentazione delle candidature, «dinanzi a ulteriori, straordinarie adesioni, giunte in queste ore». Non è una formula di rito, perché dopo il piccolo esodo dei liberal ds, che ha scosso la Quercia, ieri è sbarcata alla corte di Pannella e Boselli una pattuglia di nomi di peso: l’ex portavoce di Massimo D’Alema Fabrizio Rondolino, il regista Marco Bellocchio, lo storico Luciano Cafagna, il costituzionalista Michele Ainis, l’ex membro del Csm Pio Marconi, l’intellettuale socialista Luciano Pellicani, lo scrittore Carlo Mazzantini. Infine, il fotografo Oliviero Toscani e l’uomo di spettacolo Toni Garrani.
IL REGISTA - Bellocchio si schermisce, dice che la sua è «una candidatura simbolica, anche se seria» e che lo fa soprattutto perché «la Rosa è un partito fragile. Poi me lo ha chiesto Marco, e se posso dare un contributo sono più che contento». Non è un’adesione scontata, visto che il regista ha un passato a sinistra, prima con il Pci poi con i Ds. «Il mio non è un tradimento - dice -. È solo che la Rosa difende meglio la mia identità laica: ha una posizione più ferma di quella dei Ds, che negli ultimi tempi hanno ceduto un po’ al clericalismo». Libertà della ricerca scientifica, no ai contributi per le scuole private, Pacs, no all’automatismo dell’8 per mille alla Chiesa, sono i punti del programma condivisi da Bellocchio: «Non è un caso che io abbia scritto un film che si chiama L’ora di religione ». Eppure il salto da Lenin a Pannella è lungo, soprattutto se si considerano certi aspetti della politica economica ed estera e i rischi di un alleato scomodo e imprevedibile: «Pannella è un benemerito, un padre della Patria: ha tutta la mia stima, sin dal caso Braibanti. Magari non condivido proprio tutto, ma ricordiamoci che c’è anche Boselli: mi ha colpito la spregiudicatezza di questa unione tra diversi».
EX DIESSINI E SCIENZIATI - La Rosa nel pugno, dunque, procede spedita per rafforzare la sua visibilità, ancora scarsa sui media, nonostante sia accreditata come la quarta forza del centrosinistra. La campagna acquisti di Pannella e Bonino è più che aggressiva. Lettere a raffica a nomi noti per chiedere candidature simboliche: fra gli altri, il disegnatore Vincino e Roberto D’Agostino, che l’ha pubblicata sul sito Dagospia Alla Camera le liste saranno guidate da Emma Bonino, Daniele Capezzone e Roberto Villetti. Al Senato da Marco Pannella e Ugo Intini. In lista anche i transfughi diessini De Giovanni e Turci, simboli di un’emorragia indicativa di una tendenza di parte dell’elettorato ds, sensibile alla fermezza laica delle truppe pannelliane e indispettita dai troppi cedimenti al Vaticano. Approda nella Rosa anche Rondolino, già portavoce di D’Alema. Il presidente ds reagisce da par suo, tra l’incredulo e il perfido: «È sicuro? Perché poteva anche essere uno scherzo. Comunque Rondolino è persona vivace, darà certamente il suo contributo».
Nella Rosa non ci sono solo candidature «acchiappavoti», come quelle di Toscani e Bellocchio. Marco Cappato, giovane segretario dell’Associazione Luca Coscioni, annuncia l’adesione di alcune importanti personalità del mondo scientifico, come Giulio Cossu, direttore dell’Istituto di ricerca sulle staminali al San Raffaele, e Gino Roghi, matematico. E poi ancora genetisti, storici della medicina, docenti di neurologia e biologia cellulare. Tutti pronti a riprendere la sfida lanciata da Luca Coscioni. Perché, come dice Pannella, «morendo da sconosciuto, Luca, sei nato all’Italia: e da lassù continuerai a muovere le cose».
Corriere della Sera 25.2.06
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Il regista che passò dalla filosofia al cinema militante e anticlericale
Regista, emiliano, dopo la facoltà di Filosofia alla Cattolica, nel 1959 si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel 1965 esordisce alla Mostra del Cinema di Venezia con «I pugni in tasca». Poi si avvicina al cinema militante: «La Cina è vicina» (1967) e «Nel nome del padre» (1971). Nel 1986 «Il diavolo in corpo». Nel 2002 «L’Ora di religione», con Sergio Castellitto, dai forti contenuti anticlericali.
la stessa notizia anche su Repubblica, La Gazzetta del Sud, Libertà...