una segnalazione di Fabio Della Pergola:
La Stampa 22 febbraio 2006
La scienza riscopre l’inconscio
La convinzione comune che il pensiero cosciente conduca alle migliori decisioni va rivista alla luce dei risultati delle ultime ricerche. L’inconscio rientra prepotentemente da protagonista nel dibattito scientifico, dopo anni di emarginazione se non di totale esclusione, perché non direttamente verificabile con il metodo sperimentale. C’è un modo per studiare - a parte i sogni, le associazioni libere e l’ipnosi - la dinamica segreta della psiche, mettendo temporaneamente fuori gioco il pensiero cosciente?
Alcuni metodi sviluppati di recente rientrano nel campo della psicologia, ma è possibile prevedere che anche le tecniche di visualizzazione dell’attività cerebrale verranno applicate sempre più spesso a questo tipo di indagine. Intanto, in un articolo pubblicato su “Science” del 17 febbraio, alcuni ricercatori dell’Università di Amsterdam, guidati da Ap Dijksterhuis, dimostrano con una serie di esperimenti, che mentre per la scelta di prodotti di uso comune, ad esempio un tipo di guanti o uno shampoo, è utile prestare attenzione alle informazioni, proprio le decisioni più complesse, come quale appartamento affittare o quale casa o auto acquistare vanno lasciate all’inconscio, in grado di valutare meglio della razionalità nuda e cruda, tutti gli elementi a disposizione.
I ricercatori hanno messo alla prova la bontà dell’ipotesi “deliberazione senza attenzione” attraverso dei test decisionali finalizzati all’acquisto, su un gruppo di 80 persone - tutti studenti universitari - diviso casualmente in due sottogruppi. Al primo veniva chiesto di scegliere, dopo quattro minuti, tra una gamma di prodotti di consumo, valutandoli solo in base alle informazioni disponibili, riferite ad attributi sia positivi che negativi dell’oggetto in esame, mostrate in ordine sparso sullo schermo di un computer; al secondo si fornivano le stesse informazioni, ma poi si avvertivano i partecipanti che avrebbero scelto dopo un periodo di distrazione di quattro minuti durante il quale l’attenzione cosciente sarebbe stata rivolta alla risoluzione di rompicapo e giochi logico-matematici, allontanandola dal problema reale. A questo punto si chiedeva loro di scegliere tra i prodotti presentati in precedenza cercando di “cogliere di sorpresa” l’elaborazione inconscia che intanto si era andata costituendo.
I risultati degli esperimenti mostrano che riguardo ad acquisti senza importanza, i consumatori scelgono meglio - cioè rimangono soddisfatti e non hanno a pentirsene amaramente in seguito - se si impegnano in modo cosciente, invece scelte più complesse, come quella di una casa o perfino di un’auto, in cui intervengono attitudini e gusti individuali, sono favorite da processi mentali più in sintonia con il profondo. Anzi, pensarci troppo può risultare perfino dannoso. E’ quasi come affidarsi al vecchio consiglio di “dormirci sopra”, prima di prendere una decisione importante.
La ricerca offre importanti spunti di riflessione per acquirenti e tecniche di marketing un po’ troppo disinvolte. Soprattutto quando ci viene chiesto a bruciapelo di cambiare qualcosa che fa parte del nostro stile di vita o delle nostre abitudini. Viene rivalutata inoltre “la saggezza dell’inconscio” nel guidare il flusso senza fine delle decisioni personali. D’altronde anche per la moderna psicoanalisi l’inconscio non è più solo la sede del conflitto e dei complessi, la cantina della mente dove si annidano paure, ricordi spiacevoli o desideri inconfessabili, ma una sorta di fucina in cui le esperienze sono rielaborate continuamente. Una fonte di risorse complementari alla mente cosciente. Per buona pace di Freud.