sabato 29 maggio 2004

«abusi contro i minori, l'inferno è in casa»il caso di Lecce

La Gazzetta del Mezzogiorno 29.5.04

Un'indagine della Fondazione Semeraro, presentata ieri in un convegno, ha fotografato il mondo dei maltrattamenti nel Leccese

Abusi sui minori, l'inferno è in casa

Il 98,31 per cento delle violenze fisiche e morali ha per teatro le mura domestiche

di Daniela Pastore




Picchiati, violentati, abbandonati a se stessi: nell'87,11 per cento dei casi dai genitori biologici, da chi li ha messi al mondo. Nel 98,31 per cento dei casi tra le pareti domestiche, nelle loro camerette, in quello che dovrebbe essere il loro nido, la protezione del mondo esterno. Un inferno che riguarda 1703 bambini salentini.

La cruda fotografia, rilevata da un'indagine di «Solidarietà Salento» della Fondazione Rico Semeraro, è stata presentata ieri all'hotel Tiziano, nell'ambito del convegno «Minori e disagio». Una ricerca realizzata assieme all'Istituto degli innocenti di Firenze ed al Cismai, il coordinamento italiano dei servizi all'infanzia, che ha scandagliato gli 80 servizi sociali dei comuni salentini ed i 46 consultori familiari (23 della Asl Le 1 ed altrettanti della Asl Le 2). Due anni di lavoro, tra il 2002 ed il 2003, per mettere assieme centinaia di questionari compilati dagli operatori sanitari e comunali, e delineare così il quadro del disagio dei minori in provincia di Lecce.

Su una popolazione di 158.646 minori, i bambini presi a carico dai consultori familiari sono 1241, mentre dai servizi sociali 462: un tasso di violenza rispettivamente del 7,8 su mille e del 2,9 su mille (la media italiana è del 2,5, quella europea del 6 per mille). Il totale dei maltrattamenti è però 4.657: ciò significa che in media un bambino su tre subisce più tipi di violenze. Tra i maltrattameni, i più diffusi sono la trascuratezza (ossia il lasciare il bambino abbandonato a se stesso): ne risulta vittima il 59 per cento dei minori seguiti dai consultori e l'82 per cento di quelli seguiti dai servizi sociali; ed il maltrattamento psicologico (il 64 per cento rilevato dai consultori ed il 55 per cento dai servizio sociali). Le sevizie fisiche riguardano il 6 per cento delle segnalazioni dei consultori ed il 10 per cento dei servizi sociali. Subisce abusi sessuali il quattro per cento dei bambini seguiti dai consultori ed il tre per cento di quelli assistiti dai servizi sociali. Tra i maltrattamenti vi è anche l'ipercura, ossia l'eccessiva protettività, che crea disagi nel 24 per cento dei piccoli seguiti dai consultori e nel 19 per cento di quelli seguiti dai servizi sociali. Infine, il 79 per cento dei casi segnalati dai consultori ed il 44 per cento dai servizi sociali riguardano minori a rischio di maltrattamento, che vivono in situazioni di disagio familiare, ed un 65 per cento (66 nei servizi sociali) riguarda bambini che hanno assistito a violenze all'interno della casa.

E' la casa il teatro privilegiato dei maltrattamenti: nel 98,31 per cento dei casi percosse, violenze sessuali ed umiliazioni avvengono tra le pareti domestiche. I maltrattamenti extradomestici rappresentano appena lo 0,64 per cento, mentre per l'1,05 per cento dei bambini avvengono sia in casa che all'esterno.

Al padre il triste primato di «orco cattivo» rispetto a cinque tipologie di violenza: maltrattamento psicologico (nel 63 per cento dei casi, la madre nel 30), incuria (nel 53 per cento dei casi, nel 45 la madre), maltrattamento fisico (nel 50 per cento dei casi, la madre nel 40). L'ipercura, l'eccessiva protezione, è invece esercitata dalla madre in più del 65 per cento dei casi (dal padre nel 23 per cento). Per la violenza sessuale l'«orco cattivo» è invece più frequentemente una persona esterna al nucleo familiare (nel 30 per cento dei casi). Ci sono poi gli zii (23 per cento), il padre (20 per cento) ed il genitore adottivo o il convivente della madre (12 per cento).

Il rischio di maltrattamento è poi dovuto nel 70 per cento dei casi al comportamento violento del padre contro un 32 per cento dovuto alla madre. Le problematiche del contesto familiare in cui avvengono le violenze riguardano nel 72 per cento dei casi conflitti fra i coniugi e nel 62 per cento il reddito precario, insufficiente o del tutto assente. Seguono l'isolamento sociale della famiglia (47 per cento), gravi interferenze dei parenti dei genitori nella vita familiare (34 per cento), condizioni abitative molto degradate (33 per cento). Ed ancora, convivenze difficili sotto lo stesso tetto con parenti o estranei (31 per cento), consumo di alcol (23 per cento), pendenze penali (22 per cento), patologie psichiatriche (20 per cento), consumo di stupefacenti (15 per cento).

Nell'87,11 per cento dei casi sono i genitori biologici a maltrattare i figli, valore che scende al 5,64 per cento nelle famiglie monoparentali. Il 5 per cento delle violenze avviene nelle famiglie ricostituite, lo 0,32 nelle famiglie affidatarie, e l'1,69 nelle famiglie con nonni o parenti che vivono nella stessa casa.

Le fonti delle segnalazioni? Nella maggioranza dei casi (47,86 per cento) sono la Procura ed il Tribunale dei minori, seguono gli operatori dei servizi sociali (13,78 per cento), i genitori (11,39) e la scuola (5,72 per cento).

«Dati che fanno riflettere - commenta Valeria Vicanolo, direttore della cooperativa Solidarietà Salento - è infatti grave che la violenza sui bambini si consumi tra le pareti domestiche, che venga perpetrata soprattutto dai genitori. Quello che invece è confortante è che crescono le denunce e le segnalazioni: ciò significa che il fenomeno viene pian piano a galla ed è dunque più facile intervenire, aiutare il minore a venire fuori dall'incubo».

L'ultima giornata del convegno, oggi, a partire dalle 9, con gli interventi di psicologi, neuropsichiatri e magistrati.