domenica 27 giugno 2004

cultura tolemaica:gli adolescenti secondo le neuroscienze

La Stampa 27 Giugno 2004

NUOVI STUDI SUL CERVELLO DEI GIOVANISSIMI, UNA REALTÀ ANCORA MISTERIOSA

«Passione e forza, ma niente freni»

Neurologi e scienziati al lavoro per «capire» gli adolescenti

di Raffaella Silipo




Capire un adolescente? Non si può, direbbe qualsiasi genitore di fronte agli inquietanti alieni che hanno preso il posto dei suoi deliziosi bambini. Qualcosa si può fare, sostiene invece Barbara Strauch, esperta americana che abborda la «questione teenager» dal punto di vista delle neuroscienze: la sfida del suo libro «Capire un adolescente» (Mondadori) è «vedere come cambia il cervello dei ragazzi tra i 13 e i 18 anni» attraverso i più recenti studi dei neurologi.

Cervello e adolescenza normalmente vengono collegati solo «a contrario», come due entità che si sfiorano appena. «Un libro sul cervello degli adolescenti? Sarà breve» era la battuta che si sentiva inevitabilmente fare l’autrice agli inizi delle sue fatiche. D’altronde non è da ieri che i teen agers sconcertano il mondo. Già Aristotele sosteneva che a questa età si hanno «desideri volubili» «tanto passeggeri quanto impetuosi» e Shakespeare liquidava il loro cervello definendolo «in bollore». Eppure i neuroscienziati per la prima volta stanno studiando l’adolescenza: la loro è una scienza in divenire che, al pari dei ragazzi che ne sono l’oggetto, sfugge a qualsiasi regola. «E’ possibile - si chiede la Strauch - che ci conducano in territori ancora inesplorati? Che ci aiutino a capire perchè un teenager può essere così simpatico e allo stesso tempo così insopportabile?»

Quel che è certo è che nell’adolescenza non soltanto il corpo è sottoposto a cambiamenti radicali, ma anche la mente: cambiamenti paragonabili per entità a quelli che avvengono nella prima infanzia. In particolare «sembra che le funzioni più complesse come il ragionamento, la motivazione e la capacità di giudizio, si sviluppino gradatamente durante l’infanzia e l’adolescenza grazie alla ricchezza delle sinapsi». Per cui se da un lato è lecito aspettarsi che i ragazzi inizino a dimostrarsi capaci di ragionamenti sempre più articolati, dall’altro «non dovremmo sorprenderci se hanno difficoltà a prendere decisioni». Col passare del tempo il cervello selezionerà le sinapsi, manterrà solo quelle utili e «poterà» le altre.

Un’altra trasformazione neurologica fondamentale negli adolescenti è il rimodellamento dei lobi frontali, quella parte di cervello che ci consente di resistere agli impulsi. Ecco perchè «molti ragazzi di quell’età non riescono semplicemente a prevedere le conseguenze delle loro azioni. Possiedono passione e forza ma nessun freno inibitorio». Collegata a questa caratteristica ce n’è un’altra che discende dal fatto che in un cervello adolescente il processo di «mielinizzazione» , cioè grosso modo di isolamento degli impulsi cerebrali, è ancora in atto. «Le emozioni che percepiamo - spiega uno scienziato - hanno due componenti, una viscerale e una concettuale. Nell’infanzia e adolescenza le esperienze emotive non sono perfettamente integrate con i processi cognitivi».

Gli esempi e le teorie sul cervello dell’adolescente sono moltissimi: è un filone di studi molto vivace («Time» vi ha persino dedicato la copertina), tanto quanto è vivace lo sviluppo delle menti dei teenager, finchè non incomincia a rallentare, a tranquillizzarsi, a ridursi e specializzarsi: da giungla incolta si trasforma in bonsai. Un sollievo per tutti, ma anche un peccato per quelle potenzialità che mai troveranno realizzazione. Perchè è vero, conclude la Strauch, «gli adolescenti sono un po’ strampalati. Ma lo sono sulla base di un progetto ben preciso. Non sono mai strampalati per caso».