domenica 27 giugno 2004

lo stile americanoè ufficiale: l'uso della bomba su Hiroshima e Nagasaki non era necessario

nel centenario della nascita di Julius Oppenheimer



LA STAMPA TST 23 Giugno 2004

Hiroshima e Nagasaki

Di chi fu la vera colpa

I FISICI CHE CONSIGLIARONO IL RICORSO ALL’ATOMICA

ERANO TENUTI ALL’OSCURO DELLE ALTRE POSSIBILITA’

di Stefania Maurizi




OCCHI azzurri, sorriso nervoso, personalità complessa ed enigmatica. Nasceva cento anni fa, Robert Oppenheimer, il grande fisico americano che diresse la costruzione della prima bomba atomica. Costruita dagli angloamericani nel terrore che la potesse ottenere prima un dittatore contro il quale ogni avversario poté sentirsi tranquillamente dalla parte della ragione, la bomba tuttavia non fu usata contro Hitler.

Era la sera del 6 agosto 1945 quando la BBC annunciò che una bomba atomica era stata sganciata su una «base militare giapponese». La «base» in realtà era Hiroshima, una città in cui vivevano 290.000 civili e 43.000 soldati. Tre giorni dopo, anche la città Nagasaki fu distrutta da una bomba atomica, che utlizzava plutonio anziché uranio arricchito come quella di Hiroshima. Le due bombe complessivamente uccisero 300 mila persone e, quanto ai sopravvissuti, Oppenheimer arrivò a chiedersi se non fossero stati addirittura più disgraziati dei morti.

Si è detto che la decisione del presidente americano Truman di usare ordigni nucleari contro le popolazioni civili delle due città giapponesi fosse l'unico modo per chiudere con il minor numero di vittime possibile una guerra che altrimenti avrebbe richiesto una sanguinosa invasione del Giappone ma grazie alla desecretazione di documenti cruciali rilasciati nel corso degli ultimi cinquant'anni è emerso che l'uso della bomba non era necessario per chiudere la guerra in breve tempo e senza l'invasione: esistevano alternative, Truman e i suoi più stretti consiglieri le conoscevano.

Non le conoscevano, invece, i quattro scienziati chiamati a consigliare il governo americano sull'uso dell'atomica, cioè Oppenheimer, Fermi, Compton e Lawrence. «Non sapevamo assolutamente nulla della situazione militare in Giappone. Non sapevamo se fosse possibile convincerli ad arrendersi usando altri mezzi, oppure se l'invasione fosse un passo obbligato».

«Avevamo in testa l'idea che l'invasione fosse inevitabile, perché così ci era stato detto», avrebbe affermato in seguito Oppenheimer. Con il "cuore pesante" e con quel mucchio di dati, Oppenheimer e gli altri consigliarono l'uso delle due bombe che distrussero Hiroshima e Nagasaki.