mercoledì 21 luglio 2004

immagini della mente

una segnalazione di Fabio Severo



da L'espresso 19/7/2004

Immagini dalla mente

Sperimentato in Australia un software in grado di riprodurre le allucinazioni degli schizofrenici. Un aiuto per i medici per capire cosa succede nella testa di chi soffre

di Eugenio Spagnuolo




Non sarà proprio come vedere la Madonna o come trovarsi davvero in un quadro di Dalì, ma lo sbigottimento è garantito se ci si affaccia allo schermo del pc dell'Università del Queensland in Australia, dove è stato installato "Psychosis Simulation Software", il primo simulatore di allucinazioni per computer.

Si tratta di un prototipo sperimentale di realtà virtuale composto da tre proiettori e uno schermo gigante in grado di offrire una visuale di 150 gradi, e il suo funzionamento simula quello della mente di chi soffre di schizofrenia (malattia che secondo l‘Oms colpisce 24 milioni di persone al mondo e che tra i sintomi comporta allucinazioni di tipo visivo e uditivo). Grazie alle interviste fatte ad alcuni pazienti, il programma è stato dotato di un archivio di fotografie che rappresentano le allucinazioni più frequenti, inclusa un‘apparizione della Madonna con tanto di aureola. Gli utenti, soprattutto studenti di medicina, in pratica si muovono per una stanza virtuale e man mano che avanzano possono scegliere se far apparire un abisso nel pavimento, improvvisi flash di luce o uno specchio dove le immagini si sciolgono, come in un quadro surrealista. In alcuni casi basta solo avvicinarsi a un oggetto per far apparire una visione. "La nostra idea - ha spiegato Geoffery Ericksson, a capo del progetto di sviluppo del software - è vedere che cosa succede nella mente di chi soffre di allucinazioni dal suo punto di vista" .

In tal modo i medici potranno avere una reale comprensione delle allucinazioni che opprimono i pazienti, mentre oggi devono limitarsi ad interpretarle dai loro racconti, cosa che rende impossibile valutarle con obiettività. Oltre a questo tipo di "immedesimazione" artificiale, il simulatore promette di intervenire terapeuticamente sui pazienti attraverso allucinazioni controllate che gli insegneranno col tempo a ignorare la comparsa di quelle "reali".

Il passo successivo dell'Università australiana sarà portare a termine altre interviste per avere un archivio di "visioni" il più ampio possibile e nel giro di 5 anni il software comincerà ad essere commercializzato in tutto il mondo. Prima però la realtà virtuale dovrà dimostrare di essere davvero utile nella terapia del comportamento. Ma, come hanno spiegato in un rapporto inviato al "Journal of Network and computer application" , i ricercatori del Queensland sono ottimisti: "si tratta di una tecnologia che a tutt‘oggi ha trovato molte applicazioni in campo medico. Dall'addestramento dei chirurghi alla formazione dei medici sulle emergenze catastrofiche come terremoti e incendi, ed è stata anche sperimentata con successo nel trattamento di determinati tipi di malattie mentali e di disturbi come le fobie".