lunedì 19 luglio 2004

Laura-Ann Petitto«il ritmo del linguaggio è scritto nel nostro Dna»

Yahoo! Notizie ANSA Giovedì 15 Luglio 2004, 18:52

Cervello: il ritmo del linguaggio è innato, riflesso anche sui gesti




(ANSA) - ROMA, 15 LUG - La sensibilita' al ritmo del linguaggio e' scritta nel nostro Dna, cioe' e' una prerogativa innata dell'uomo e si manifesta ancora prima che il neonato inizi a parlare anche con i ritmi dei movimenti delle mani indotti in risposta a suoni o gesti.

E' quanto Laura-Ann Petitto del Dartmouth College di Hanover, New Hampshire, leader nel campo degli studi sul linguaggio, sostiene di aver dimostrato con uno studio su neonati esposti o solo al linguaggio dei segni dei sordo-muti o solo al linguaggio verbale.

I bimbi, spiega sulla rivista Cognition, ciascuno a modo suo, sperimentano la sensibilita' innata al ritmo del linguaggio. Coloro che sono esposti solo alla lingua dei segni possono farlo solo con movimenti delle manine, viceversa quelli che ricevono sollecitazioni sonore oltre a muovere le mani iniziano anche le vocalizzazioni che li conducono sulla via della parola.

Bocca o mani pero', non c'e' differenza, dice l'esperta, sono solo due modi diversi di esprimere un ritmo che e' in noi dalla nascita.

Per affermare cio' la Petitto conduce da anni esperimenti sui piccoli, prima concentrandosi sui bambini sordi ma poi, poiche' alcuni studiosi suoi colleghi hanno insinuato il dubbio sulla correttezza del confronto tra neonati sordi o non, la scienziata ha deciso di seguire i comportamenti di neonati con udito normale, alcuni dei quali pero' esposti solo al linguaggio dei gesti.

In questo suo ultimo esperimento dunque l'esperta ha osservato sei bimbi, tre figli di sordo-muti.

Con sensori infrarossi applicati agli arti ha valutato la frequenza del ritmo dei movimenti di ciascun bambino in risposta a input verbali o gestuali.

L'idea di base della Petitto e' che se i gesti con le mani sono semplicemente espressione di attivita' motoria casuale, nei due gruppi di bimbi non si dovrebbe osservare nessuna differenza anche se gli input che inducono i movimenti, linguaggio e gesti, sono diversi.

Ma non e' cosi': le frequenze misurate, osserva la Petitto, non sono casuali, come ci si aspetterebbe se non ci fosse nulla di innato alla base, ma rispecchiano quelle degli input ricevuti. Ma alcuni scienziati sono scettici e dicono che queste evidenze non sono sufficienti a screditare le ipotesi della casualita' dei gesti dei neonati e dei vocalizzi, nonche' di come questi ultimi diventino parole solo per effetto di apprendimento.

(ANSA).



il commento di Silva Stella:




Mi sembra interessante che si parli di "sensibilità" del neonato e di linguaggio come movimento. La Petitto dice che il bambino "sente" il ritmo del suono o del gesto e risponde, (quindi parla), con il proprio movimento all'imput del suono e del gesto.

Inoltre dire che la sensibilità al ritmo del linguaggio è scritta nel nostro DNA è un elemento biologico, che ci differenzia dagli animali. Il nostro DNA è senza dubbio diverso da quello animale. Non c'è niente di innato, nel senso del divino-spirituale, siamo liberi di tornare a riflettere sulla sensibilità generica, acquisita durante la vita fetale.

Dire che bocca e mani sono due modi diversi di esprimere un ritmo che è in noi fin dalla nascita, direi che conferma come il bambino si "esprima" con il movimento di tutto il corpo, prima ancora della parola articolata. Movimento che costituisce la matrice dell'immagine interna che con la maturazione neurofisiologica si trasformerà in linguaggio articolato del tutto personale e non appreso.