mercoledì 29 settembre 2004

farmacogenomica

La Stampa TuttoScienze 29.9.04

FARMACI

Sta nascendo il medicinale personalizzato

Pia Bassi



UNA nuova scienza, la farmacogenomica, biochimica e genetica, sta dando i primi frutti: i farmaci personalizzati che sono stati messi a punto nei centri di ricerca della Roche di Basilea, una delle più importanti case farmaceutiche collegata in partnership a una rete di 54 aziende (in Italia è la Bioxell) che investe in ricerca ogni anno 5 mila milioni di franchi svizzeri, su un fatturato di 31.220 milioni. Se un farmaco è adatto per guarire una data malattia, lo dirà la genetica. Il test diagnostico realizzato con marchio CE sarà di grande aiuto ai medici in quanto sapranno in breve tempo se il farmaco funzionerà in un dato paziente e in quale misura. Il test si basa sull'analisi delle variazioni di due geni che vengono coinvolti nel metabolismo di molti farmaci prescritti in grande misura per malattie molto comuni: ipertensione, depressione, convulsioni, ulcere. Questa grande conquista è stata resa possibile da due tecnologie d'avanguardia: la reazione a catena della polimerasi (OCRL) ed i microarray ad alta densità, che sono chips con decine di migliaia di frammenti di DNA. La strategia terapeutica che ne deriva permette di ottimizzare le terapie, che vanno sul giusto bersaglio con dosi appropriate, diminuendo così gli effetti collaterali e la tossicità. Uno studio fatto sulla reale efficacia dei farmaci ha evidenziato infatti che molti di essi sono utilizzati dal corpo in modo molto parziale: per esempio le statine sono utilizzate solo nella misura del 10-60%, i betabloccanti solo per il 15-35%, gli antidepressivi per il10-25% per la classe dei SSRIs e per il 20-50% per i triciclici, e così via. I farmaci antitumorali, com'è noto, sono molto tossici per gli effetti collaterali sugli organi sani. E proprio per limitare queste sgradite e gravi conseguenze, la Roche ha recentemente messo a punto per il settore oncologico il primo farmaco mirato, che blocca l'angiogenesi del tumore agendo sul fattore di crescita endoteliale: il bevacizumab. "Tecnologia ed innovazione - ha detto a Basilea Jonathan Knowles, capo del Global Research Roche - apporteranno miglioramenti significativi nelle terapie per la cura dell'ictus, delle artropatie periferiche, dell'artrite reumatoide, del diabete tipo 2, della schizofrenia, dell'Alzheimer, dell'obesità, dell'osteoporosi, e di altre ancora, migliorando la qualità di vita del paziente". Aumenterà anche la disponibilità delle tecnologie sanitarie delle quali si potranno avvalere anche i paesi emergenti entro il 2040, un piccolo passo verso il benessere e l'uguaglianza. A monte dell'inizio di una cura ci deve essere una diagnosi esatta. E questo lo permetterà la biologia molecolare, mentre la giusta cura antitumorale verrà indicata con esattezza dalla genetica. Non sappiamo come sarà il futuro, ma certo stiamo vivendo una grande rivoluzione in medicina, da paragonare alle recenti conquiste dello spazio. Dieci anni fa le aziende biotech erano 90, ora sono 200. Nel gruppo Roche primeggiano per le biotecnologie le consociate Genentech, California, e la Chugai, Giappone.