mercoledì 29 settembre 2004

vescovi e laici, in Italia e in Spagna

Repubblica 29.9.04

LA POLEMICA

Interviene la Cei. Oggi conteggio delle firme per il referendum

"C'è un clima antireligioso sulla procreazione assistita"

(m. fv.)



ROMA - L´ultimo giorno è anche quello della polemica della Chiesa. La chiusura ufficiale della campagna referendaria contro la legge sulla fecondazione assistita coincide con la presa di posizione della Conferenza episcopale. «C´è una forte preoccupazione per il clima antireligioso creato attorno alla legge sulla fecondazione»: così ieri monsignor Giuseppe Betori, segretario della Cei, ha espresso la posizione dei vescovi non sul referendum («che ancora non c´è - ha detto - e sul quale un giudizio sarebbe prematuro») ma «sul clima che si è creato nel proporlo».

Un giudizio seccamente respinto dai referendari: «La Chiesa non può intervenire», dice Franco Giordano di Rifondazione. Identica la posizione di Radicali e Pdci. Per lo Sdi, «la Cei contesta lo strumento referendario» che, invece, «è, in questo momento, l´unica strada che porta alle proposte migliorative di una legge inaccettabile», aggiunge Barbara Pollastrini, dei Ds. Ma nemmeno la revisione parlamentare della legge risponderebbe alle esigenze della Chiesa: «Dal punto di vista dell´etica cattolica - sostiene monsignor Betori - la legge è già di per sé insufficiente. Il Parlamento l´ha approvata, sta al Parlamento vedere cosa vorrà fare successivamente».

Sui possibili miglioramenti della legge in Parlamento botta e risposta nella maggioranza tra Luca Volontè, Udc, e il repubblicano Antonio Del Pennino: «Credo che la legge 40 possa essere corretta e migliorata - dice Volontè - altrimenti si lascia il far west». «Ora che è certo il raggiungimento del quorum per il referendum - gli risponde Del Pennino - anche Volontè si aggiunge ai volenterosi per migliorare la legge. Ma non è credibile che il Parlamento faccia questo passo».

La posizione dei vescovi non ha impedito ai comitati referendari di portare avanti, ieri, la raccolta negli ultimi banchetti allestiti in tutta Italia. Oggi conteggio definitivo delle firme valide. Questo pomeriggio poi, a Roma, manifestazione dei radicali da Porta Pia a piazza Cavour, sede della Cassazione, dove domattina verranno consegnate le firme raccolte sui cinque referendum. «Si profila un successo storico per quantità e qualità su tutti i quesiti», sottolinea Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani. E sempre oggi, genetisti ed embriologi illustreranno al Comitato di bioetica, un documento che si pone come possibile mediazione sui punti più dibattuti della legge 40.



Repubblica 29.9.04

Il clero protesta per le iniziative del premier spagnolo, dall'aborto al divorzio, dall'eutanasia al matrimonio tra omosessuali

Zapatero-Chiesa, è scontro aperto

La legge sull'ora di religione fa infuriare i vescovi: "Virus laicista"

Ma secondo il governo socialista i cattolici godrebbero di "troppi privilegi ingiustificati"

ALESSANDRO OPPES



MADRID - Sarà facoltativa e non verrà tenuta in considerazione nella valutazione finale dell´alunno. Il progetto del governo Zapatero sull´ora di religione a scuola irrita profondamente la Chiesa cattolica, e capovolge il senso della legge varata appena un anno fa da Aznar, che non ha fatto neppure in tempo a entrare in vigore. E´ solo l´ultima tappa di uno scontro a tutto campo che oppone la gerarchia ecclesiastica all´esecutivo socialista: dal divorzio all´aborto, dall´eutanasia al finanziamento del clero. Ad ogni nuova iniziativa legislativa annunciata dalla Moncloa, la Conferenza episcopale risponde con una levata di scudi, con un richiamo alle «radici cristiane della Spagna». Ma il confronto diventerà ancora più aspro a partire da venerdì prossimo, quando in Consiglio dei ministri verrà presentato il progetto di legge per il riconoscimento dei matrimoni omosessuali: una modifica del codice civile consentirà di equiparare dal punto di vista legale le unioni gay a quelle tra uomo e donna, con tanto di diritto all´adozione. Per il portavoce dei vescovi, in questo modo «si introduce un virus nella società». E dal Vaticano, un cardinale di Curia spagnolo, Julián Herranz, denuncia il «fondamentalismo laicista» che starebbe caratterizzando l´azione del governo del Psoe.

Ma Zapatero difende le sue scelte semplicemente con l´esigenza di dare un´impronta più «laica», aconfessionale, e non «laicista» allo Stato, mettendo fine a una serie di vantaggi e privilegi dei quali goderebbe, secondo l´esecutivo socialista, la Chiesa cattolica. Per questo il governo ha varato una sorta di "roadmap" in vari punti - come l´ha definita un quotidiano - ma il timore di uno scontro a tutto campo ha consigliato un ricorso almeno parziale alla prudenza. Ad esempio sul tema dell´aborto: il Psoe aveva annunciato subito dopo le elezioni una riforma della legge che doveva permettere di depenalizzare l´aborto già nelle prime settimane di gravidanza. Quando il progetto è arrivato nei giorni scorsi in Parlamento, portato da Izquierda Unida, i socialisti hanno deciso un rinvio al 2005. E così pure sul finanziamento del clero. A parte lo 0,5 per cento dell´Irpef che i contribuenti possono destinare alla Chiesa, l´episcopato gode anche di un sostegno economico di 600 milioni di euro l´anno previsto dal bilancio dello Stato. Un «privilegio» al quale Zapatero sostiene di voler mettere fine. Ma per il momento non lo farà. Se ne riparlerà più avanti, nel corso della legislatura. Rinvio, infine, anche per l´eutanasia: l´idea di depenalizzarla verrà ripresa in considerazione solo il prossimo anno.

Un duro colpo per la Chiesa è venuto invece dalla riforma della legge sul divorzio, presentata la settimana scorsa in Consiglio dei ministri: prevede la soppressione della separazione e la possibilità di chiedere lo scioglimento dell´unione matrimoniale già tre mesi dopo la celebrazione delle nozze. Divorzio rapido: saranno sufficienti poche settimane, o comunque un massimo di sei mesi.



Repubblica 29.9.04

"Un'altra promessa mantenuta ora sarà battaglia nel paese"

l'appello La Chiesa ha fatto un appello ai cattolici e ai deputati: votate contro la legge sul divorzio

l'impegno Il premier ha detto: "E´ il momento che i politici mantengano la parola data"

Parla il direttore di "El País": "Gli spagnoli approvano le riforme del premier"


DAL NOSTRO INVIATO

PAOLO GARIMBERTI



MADRID - Jesus Ceberio, come direttore di El País in che modo spiega le decisioni che ha preso Zapatero per cambiare la società spagnola? Lei pensa che stia facendo un vero e proprio strappo con il passato?

«Zapatero è il primo politico spagnolo che arriva al governo senza aver vissuto l´esperienza della transizione post-franchista e dunque senza la paura dei politici che lo hanno preceduto e che hanno appunto vissuto questa transizione: la paura cioè dei militari da un lato e della Chiesa dall´altro, che sono sempre stati elementi particolarmente condizionanti nella società spagnola. Zapatero era un adolescente all´epoca della transizione, è un prodotto della democrazia spagnola, un puro prodotto di questa democrazia, e credo che sia un uomo molto sensibile a tutte le questioni che riguardano l´eguaglianza dei sessi, i diritti delle donne, le libertà civili, le libertà degli omosessuali. Il pacchetto di decisioni e di misure legislative che ha preparato vanno in questa direzione. E´ anche un politico che mantiene quello che ha promesso. Perciò è importante, dopo l´esperienza di Aznar, quello che sta facendo adesso Zapatero. Nell´ultima intervista che gli ho fatto prima delle elezioni mi ha detto: ora è il momento di mantenere la parola data, è il momento che i politici mantengano le promesse fatte ai cittadini. Una convinzione che lui ha profondamente interiorizzato».

Ma la società spagnola come reagisce a queste decisioni di Zapatero? E´ scossa o le approva?

«El País ha fatto recentemente un sondaggio su tutte le decisioni del governo: il 55-60 per cento degli intervistati le ha approvate. Anche le decisioni che il governo sta applicando sull´insegnamento della religione incontrano l´approvazione della maggioranza degli spagnoli. Con il Partito popolare, la Chiesa aveva preteso che la religione fosse considerata una materia non solo di insegnamento ma anche di valutazione scolastica. Zapatero ha sospeso l´applicazione di questa norma e da questo può derivarne uno scontro molto duro con la Chiesa».

Ecco, appunto la reazione della Chiesa è stata molto critica e molto negativa. Lei pensa che questo sarà un problema in una società considerata molto cattolica come quella spagnola?

«Penso che la risposta sarà molto dura. La Chiesa ha fatto appello ai cattolici e anche ai deputati affinché votino contro la legge sul divorzio, contro la legge sul matrimonio dei gay e contro tutte le proposte del governo che sono contrarie alla dottrina della Chiesa. Io prevedo che lo scontro sarà durissimo».

Essendo la Spagna un paese considerato molto cattolico e molto attento alle indicazioni della Chiesa questo potrà creare un problema politico?

«In Spagna il 90 per cento della popolazione si dichiara cattolica ma in realtà soltanto un terzo della popolazione destina lo 0,5 per cento delle imposte alla Chiesa cattolica. Questo creerà un problema di finanziamento per la Chiesa, perché era il governo che pensava a dare alle istituzioni ecclesiastiche i fondi che esse non riuscivano a ricevere attraverso la devoluzione delle imposte. Penso che questa sia una delle grandi paure che prova la Chiesa oggi nel confronto con il governo Zapatero».

In conclusione, lei considera che Zapatero rappresenti veramente una svolta nella democrazia spagnola, che egli rappresenti la nuova Spagna?

«Be´, certamente è stata avviata un´era in cui il governo ha forse il coraggio di realizzare con naturalezza tutto quello che i governi precedenti non avevano osato fare. Questa è la vera novità rappresentata da Zapatero».



Repubblica 29.9.04

Avvenire attacca: "Psoe anticlericale"



Dura la critica del quotidiano Avvenire al governo Zapatero, che in sei mesi «ha rimesso in discussione praticamente tutti i punti della legislazione spagnola che hanno a che fare con la visione antropologica della persona e della società» L´editoriale di Giuseppe Savagnone ieri ha parlato di «ossessione nichilista» e di «anticlericalismo»