giovedì 28 ottobre 2004

Paolo Rossipsichiatria e filosofia

ricevuto da Paolo Izzo



Domenica – Sole 24 Ore, 24 ottobre ’04

Storia delle idee

Psichiatri sull'orlo di una crisi di nervi

Il punto sulla psicopatologia a partire da casi di malati che guardano la loro vita dal di fuori

di Paolo Rossi



Se la filosofia è una ricerca sui modi in cui l'uomo conosce e dà senso alla propria esistenza, può disinteressarsi dei modi in cui gli uomini si smarriscono lungo il loro percorso di ricerca del senso e della conoscenza? E la psicopatologia può prescindere da quel corpus di analisi delle aporie indigene alla condizione umana che si è andato strutturando in secoli di riflessione? La psicopatologia ha perso il coraggio delle grandi sintesi concettuali?

L'autore di questo libro, che è acuto, denso e di stimolante lettura, riformula queste domande, scende alla loro radice, ripensa criticamente i fondamenti e i risultati dell'approccio fenomenologico in psicopatologia. Una parte notevole del fascino del libro, soprattutto per i lettori non specialisti, deriva dal largo uso delle autodescrizioni. Come descrivono il loro mondo gli uomini e le donne affetti da schizofrenia o da forme maniaco-depressive? Come avvertono una differenza tra quel loro privato mondo, che li ha condotti davanti a uno psichiatra, e il mondo del cosiddetto senso comune? Perché e come quel loro privato mondo è causa di sofferenza? Ci sono persone che vivono come spiriti disincarnati, si percepiscono come entità astratte, contemplano "dal di fuori" la loro propria esistenza. Ci sono persone che vivono come corpi deanimati, incapaci di avvertire come "propri" i loro pensieri, percezioni, emozioni.

Ciascuno di noi è in grado di uscire dalla immediatezza del vissuto, di rivolgere l'attenzione non agli oggetti, ma all'atto del vedere. Si possono trasformare i nostri atti, come scriveva Edmund Husserl, in nostri oggetti, si può spostare l'attenzione dall'oggetto percepito alla percezione stessa. In questo "innaturale" contesto, il mio sguardo diviene un evento che assume la caratteristica della "oggettualità". Posto come un oggetto da analizzare, comincia a distaccarsi da me. Questa esperienza è perturbante perché il guardare perde la sua immediatezza, appare in qualche modo estraneo e non più familiare. Il ritorno all'immediatezza o al cosiddetto "senso comune" si configura, per alcuni, come un viaggio impossibile. Il libro affronta, con non usuale coraggio, molti temi centrali: le origini e lo status attuale della psicopatologia; le psicosi come disturbi dell'intersoggettività; i significati delle cosiddette "disfunzioni sociali"; le anomalie della sintonizzazione (ovvero l'incapacità di interagire con gli altri) nella melancolia e nella schizofrenia; il problema della depersonalizzazione e quello delle allucinazioni uditive; il significato di un termine come "delirio".

Il capitolo sesto, che ha per titolo, «I sensi del senso comune» contiene, oltre che richiami ad Aristotele e ad altri classici, pagine di rilevanza filosofica. Alle radici di questo bel libro sta una convinzione forte. L'autore pensa che la psicopatologia classica stia attraversando una crisi irreversibile. Lo scenario delle osservazioni di Jaspers e di Schneider era la clinica psichiatrica. Quella psicopatologia, nata nel periodo della "grande ospedalizzazione", è prevalentemente costruita sull'esame di pazienti diventati "casi" dell'esperienza manicomiale. Dopo la scoperta degli psicofarmaci e la chiusura dei manicomi come luoghi di contenimento della follia, quest'ultima si è, per così dire, distesa sul territorio. Sono entrate in crisi molte antiche classificazioni e molte consolidate certezze. E questa crisi si innesta, a sua volta, su una situazione, per così dire, di crisi cronica o ineliminabile o fisiologica: «Ascoltare una persona schizofrenica - scrive Stanghellini - è un'esperienza sconvolgente per più di una ragione. Se lascio che le sue parole attualizzino in me le esperienze di cui parla, invece di prenderle come sintomi di una malattia, lo scoglio di certezze sul quale si arrocca la mia vita può esserne travolto e sommerso».



Giovanni Stanghellini, «Disembodied spirits and deanimated bodies: the psychopathology of common sense», Oxford University Press, 2004, pagg. 226, euro 29,95.