domenica 28 novembre 2004

Emanuele Severinol'Essere e il Divenire

Il Sole 24 ore DOMENICA 28.11.04

VESPE

Il terremoto ha distrutto Parmenide



Tra i danni più gravi del terremoto di mercoledì scorso va segnalato lo scardinamento dell'edificio teorico pazientemente costruito da Emanuele Severino in decenni di speculazione filosofica. Un edificio che poggia su un fondamento incrollabile: l'eternità e l'immobilità di tutte le cose. Interpellato a caldo nel cuore della notte da un cronista del Corriere, il nihilista bresciano ha ammesso che l'epicentro era proprio sotto casa sua: «Si è sentito fortissimo, e pure a lungo, sarà durato almeno 11 secondi. Che sono tanti, le assicuro».

Undici interminabili secondi in cui, in barba a Parmenide, le cose si sono messe in movimento, il Divenire ha sbertucciato l'Essere e la Struttura Originaria è rimasta seriamente lesionata. Ma «il più grande filosofo italiano» non poteva non presentire ciò che stava per accadere: «øra che mi ci fa pensare - confessa al giornalista - sono uscito dal sonno e subito c'è stata quella scossa». Un attimo prima? Già che c'era non poteva anticipare il risveglio di dieci minuti o mezz'ora, in tempo utile per avvertire la Protezione Civile? Sarà per un'altra volta. Intanto, però, quelli dell'Istituto di Geofisica, che non sanno niente di Parmenide e passano il loro tempo a studiare terremoti che non riescono mai a prevedere, farebbero bene ad assumere Severino: funziona meglio di un sismografo.