mercoledì 29 giugno 2005

quale fu il filosofo più grande di tutti?

Corriere della Sera 29.6.05
Sondaggio online della Bbc. L’Economist si mette alla guida del fronte pro Hume: «È l’unico che può fermarlo»
Il filosofo più grande? Marx in testa. E i liberali si mobilitano
di
STEFANO MONTEFIORI

Karl Marx è in testa al sondaggio della Bbc, la radio-tv pubblica britannica, sul «più grande filosofo della storia». Il concorso è stato organizzato dal programma radiofonico In Our Time, che dopo una fase preliminare ha individuato 20 filosofi finalisti: chiunque, anche dall’Italia, può votare su Internet il suo pensatore favorito (www. bbc.co.uk/radio4/). Nella classifica provvisoria, dietro Marx il logico Wittgenstein e l’empirista Hume, seguiti da Platone e Kant. Ultimi l’esistenzialista Heidegger, Epicuro e Hobbes. «Votano Marx perché è un vecchio con la barba bianca ed è così che la gente si immagina un filosofo», «E’ solo il nome più familiare per i radical chic del servizio pubblico», protestano gli intellettuali. Lo storico comunista Hobsbawm difende il pensatore tedesco - «È stato capace di predire la globalizzazione» -, mentre l’ Economist lancia una campagna elettorale a favore di David Hume: «È l’unico che può fermare Marx».
Questi che seguono sono i commenti di Luciano Canfora e Giulio Giorello

CON MARX
Genio antidogmatico Nessuno storico può prescindere da lui
di
LUCIANO CANFORA

Karl Marx proveniva da una famiglia di ebrei renani per i quali la tradizione ebraica aveva avuto un rilievo importante. Studiò la filosofia partendo, come è ovvio, dai greci e continuò a leggere i greci per tutta la sua intensa vita di intellettuale battagliero e non accademico. Epicuro ed Appiano di Alessandria furono tra i suoi autori prediletti. Ha scritto François Furet che Marx potrebbe considerarsi soprattutto uno storico della società inglese tra Sette e Ottocento. Il che equivale a dire che fu il maggiore interprete della dirompente fioritura del capitalismo ottocentesco. Ma fu anche molto altro. La sua intuizione geniale secondo cui la storia dell’Occidente è stata sin qui scandita dal succedersi drammatico di «modi di produzione», e dunque dal costante conflitto di classi in lotta, ha insegnato a tutti - reazionari e conservatori, progressisti e rivoluzionari, studiosi degli antichi e studiosi dei moderni - a capire il movimento storico nel suo incessante divenire. Nessuno storico può prescindere da lui. Fu polemista sferzante e talvolta sprezzante, demolitore antidogmatico di pregiudizi, ostico ad ogni ortodossia ed autorità precostituita. Il «potere temporale» creato in suo nome gli nocque ma senza quel fardello è ovvio che giganteggi di fronte ai conflitti smisurati del mondo attuale

CON HUME
Lo scettico spensierato
di GIULIO GIORELLO

Non è la Rai ma la Bbc: la classifica dei filosofi dell’emittente britannica non vede in testa pensatori da salotto, bensì agitatori di popolo (Karl Marx) o purificatori del linguaggio (Ludwig Wittgenstein). Io preferisco il terzo della lista, lo scozzese David Hume, che rappresenta il tentativo più audace e coerente di indagare la natura umana senza nulla concedere alle chimere della metafisica, e di guardare al corso degli eventi senza ricorrere alle consolazioni della Provvidenza. Ben sapeva che non sempre il futuro sarà simile al passato (anche se dai tempi del mitico Adamo l’umanità ha constatato ogni mattina il sorgere del sole, nulla esclude che questo un giorno possa spegnersi), e che non poche delle nostre costruzioni intellettuali non sono che proiezioni delle nostre speranze o delle nostre paure. La ragione non è signora, ma «schiava» delle passioni. Eppure, la critica riesce a dissolvere i fantasmi che evochiamo per compiacere o intimorire gli altri. Con la distinzione tra ciò che è e quel che vorremmo che fosse Hume ha tolto (in anticipo) la terra sotto i piedi a chi, come Marx, pretenderà di risolvere scientificamente l’enigma della storia. E con l’elegante impiego degli esempi ha dato vita a un’analisi che non ha avuto bisogno di denunciare le trappole del linguaggio per essere rigorosa. Lui stesso si definiva «uno scettico spensierato», capace di «diffidare non solo delle sue convinzioni più radicate, ma dei suoi stessi dubbi». Amici - filosofi e non - stavolta non astenetevi: votate per lui.

Il concorso organizzato dal programma «In Our Time»
L'Economist: «Meglio Mill, ma votate per l’empirista scozzese contro l’autore del Capitale»
«Solo Hume può fermare Marx»
Alla Bbc la sfida sui grandi filosofi

Il sondaggio appassiona la Gran Bretagna. In testa il pensatore comunista
«Lo votano perché è un vecchio con la barba bianca ed è così che la gente si immagina un filosofo», protesta la professoressa Lisa Jardine dell’università di Londra. «Era solo un giornalista che sapeva di economia, non dovrebbe neppure partecipare alla gara», dice la parlamentare conservatrice Ann Widdecombe. In ogni caso Karl Marx è in testa al sondaggio della Bbc sul «più grande filosofo della storia» e si avvia a vincere una libera - se non regolare - elezione, privilegio in genere non toccato ai suoi epigoni. Il concorso è stato organizzato dal programma In Our Time di Bbc Radio 4, che dopo una lunga fase preliminare ha indicato il 5 giugno scorso i 20 filosofi finalisti: chiunque può votare su Internet il suo pensatore favorito (www.bbc.co.uk/radio4/). L’andamento del sondaggio doveva restare segreto ma è stato lo stesso conduttore del programma, Melvyn Bragg, a lasciare trapelare nella sua newsletter che in testa c’è l’autore del Capitale e non - come sperava - l’amato Kant, padre dell’etica europea. La mossa ha funzionato, l’interesse è cresciuto finché il Sunday Times è riuscito a ricostruire buona parte della classifica provvisoria: Marx davanti al logico Wittgenstein e all’empirista Hume, seguiti da Platone e Kant. Ultimi l’esistenzialista Heidegger, Epicuro e Hobbes. Nelle posizioni centrali, San Tommaso, Aristotele, Cartesio, Kierkegaard, Mill, Nietzsche, Popper, Russell, Sartre, Schopenhauer, Socrate, Spinoza. Il gioco per gli ascoltatori di Radio 4 diventa passione nazionale, con storici e intellettuali impegnati nella campagna elettorale per fermare Karl Marx.
«Uno spettro si aggira per la Bbc», titola l’Economist, anche perché nel 1999 un altro sondaggio online del servizio pubblico aveva suscitato polemiche incoronando Marx «massimo pensatore del millennio» davanti a Einstein e Newton. Madsen Pirie, presidente del think-tank liberale Adam Smith Institute, se la prende con l’audience della Bbc - «Radical chic sempre più separati dalla realtà» - ma Eric Hobsbawm, celebre storico comunista, ricorda che «Marx ha predetto la globalizzazione; e poi il suo pensiero ora è libero dall’incarnazione nell’Unione Sovietica».
La democrazia elettronica della Bbc permette di votare ogni giorno e così l’Economist si getta nella contesa: «Non è da noi suggerire scorrettezze, nonostante il talento dei marxisti per i brogli; piuttosto, offriamo un consiglio tattico. Al posto del nostro preferito Mill, che purtroppo si trova a fondo classifica, raccomandiamo un liberale scettico con buone chance di vittoria: amici lettori, fermate Marx e votate David Hume». La lobby a favore di Hume guadagna posizioni, il filosofo Julian Baggini sul Sunday Herald invoca il voto a favore dell’«unico capace di sconfiggere lo scetticismo della nostra epoca senza ricorrere ai dogmi». L’empirista di Edinburgo contro il materialista di Treviri: il sondaggio sembra ormai una gara a due. C’è tempo fino al 7 giugno per deciderla, anche dall’Italia.