mercoledì 27 luglio 2005

"IL TEMPO" DI MARTEDI' 26.7 E DI OGGI 27.7

una segnalazione di Claudio Saba

Il Tempo martedì 26 luglio 2005
Bertinotti e il chiodo fisso: le primarie
Oggi presenta la sua candidatura a Roma alla libreria «Amore & Psiche»


SEMBRA proprio che il segretario di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti, non pensi ad altro che alle elezioni primarie. Oggi presenterà la sua candidatura alle consultazioni interne del centrosinistra di ottobre. Il luogo scelto per la presentazione e il giornalista che lo accompagneranno in questa fatica sono singolari. Bertinotti ha scelto infatti Darwin Pastorin, aristocratico giornalista sportivo, amante del calcio sudamericano e fustigatore dei costumi del calcio italiano. E la presentazione della candidatura si svolgerà nella libreria «Amore & psiche», che si trova nei pressi del Pantheon. Non è la prima volta che il segretario di Rifondazione comunista si avvicina a questa libreria. Nel novembre del 2004 lo stesso Fausto Bertinotti aveva partecipato al dibattito organizzato da questa libreria per presentare un suo libro. Giuliano Zincone aveva annotato sul Corriere della Sera del 10 novembre 2004 che il successo di quella presentazione non era merito di quella libreria, ma dello psicanalista Massimo Fagioli: «La moltitudine che applaude Bertinotti è proprio la stessa che frequenta i seminari di analisi collettiva guidati dal maestro». Se si guarda con attenzione alle ultime uscite di Bertinotti si comprende che le primarie sono il suo chiodo fisso di questi giorni. Domenica scorsa, Nichi Vendola ha fatto sapere che lo appoggerà alle elezioni primarie. Ma qual è l'obiettivo che si prefigge Bertinotti? Già lo scorso 20 luglio a Firenze lo stesso Bertinotti spiegava: «Il mio partito ha il 6 per cento del consenso alle elezioni, se la maggioranza dell'Unione pensa di avere il 51 per cento io mi riterrei sconfitto se raggiungessi un gradimento attorno al 12 per cento». Si tratta di una dichiarazione bellicosa da parte del candidato alle primarie, che invita anche altri candidati a farsi avanti per togliere consensi a Romano Prodi: «Se alle consultazioni primarie ci sono solo due candidati diventa solo un referendum». La realtà è che Bertinotti per queste elezioni punta in alto e chiede anche l'aiuto dei no-global ai quali vuole permettere il voto alle primarie. Non è un caso che nel dibattito del 20 luglio con Massimo D'Alema a Firenze abbia indicato anche i «Movimenti dell'Ulivo» oltre che «i partiti», tra i soggetti chiamati a votare in occasione delle primarie. E nonostante il Professore proprio ieri sia tornato a dire che chi vince le primarie detterà il programma dell'Unione, è fuori discussione che tanto più alta sarà la percentuale di Bertinotti, tanto più grande sarà il suo peso nella scrittura del programma.

Il Tempo 27.7.05
Fausto non molla «Voglio vincere»
di Paolo Zappitelli


ALLE primarie partecipa per vincere. Almeno così Fausto Bertinotti continua a ribadire in ogni incontro pubblico. Che poi ci creda davvero è un altro discorso ma il messaggio che il segretario di Rifondazione vuol far arrivare agli alleati dell’Unione e a tutta la sinistra radicale, di cui oggi è l’unico leader, è proprio quello di una sfida vera a Prodi. Non per niente la campagna elettorale, iniziata ieri alla libreria «Amore & Psiche» di Roma, ha come «manifesto» un «Voglio» scritto in grande e sotto, in rosso su uno sfondo giallo, «Bertinotti presidente». L’idea che il leader di Rifondazione vuole dare è quella di un post-it sul quale ognuno può scrivere quello che più gli sta a cuore, proposte, progetti, che andranno a confluire nel programma di Rifondazione. «Faremo una campagna elettorale che non sarà la solita campagna elettorale — spiega seduto davanti ai microfoni mentre fuori dalla sala strapiena si affollano un centinaio di persone stremate dal caldo — ma sarà una nuova forma di partecipazione. Cercherò di dare voce a un popolo capace di parlare un nuovo linguaggio. Moltiplichiamo i post-it dove lasciamo le nostre idee». Poi, per spiegare ancora quel logo, sceglie una battuta: «Se penso a Bertinotti presidente mi scappa da ridere, ma "Voglio" deve essere un gesto di ribellione. Iniziamo il nostro cammino da questo gesto di ribellione». A chi gli chiede se per Bertinotti ci sono punti irrinunciabili nel programma da presentare all’Unione spiega mellifluo che «punti irrinunciabili non ci sono, non ci possono essere perché c’è la ricerca di un’intesa». Però sicuramente Rifondazione considera come battaglia fondamentale quella contro la precarietà e, di conseguenza, «contro la legge Biagi, la Moratti e la Bossi-Fini». Ma anche la riforma della giustizia appena controfirmata da Ciampi non piace: «Dovremo sicuramente ricominciare da lì, per cambiarla e per restituire l’autonomia ai magistrati». Ma è sulla «battaglia» delle primarie che Bertinotti fa capire a Prodi che non scherza. «Quando si compete si compete per vincere. E allora se prendiamo sotto il 12 per cento è una sconfitta, se restiamo pari abbiamo tenuto i nostri voti, se andiamo sopra è andata bene e se prendiamo sopra il 50 per cento abbiamo vinto. E comunque noi confidiamo nella provvidenza rossa...».