domenica 25 settembre 2005

Corriere della Sera«meglio Peppone che Don Camillo!»

Corriere della Sera 25.9.05
Prodi condanna, Bertinotti «capisce». Bindi: non perdiamo la Chiesa
Fischi a Ruini: Rifondazione dice sì
Le «Farfalle Rosse»

«Libero amore in libero Stato». Un boato per i contestatori Ovazione per Pietro Ingrao: «Ma non mi piace quello che è successo»
Rifondazione
di Andrea Garibaldi

ROMA - Fulvio Lombardi preferisce parlare di zucchine. «Cioè, io sono contrario al fatto che il cardinale Ruini s’impicci di leggi italiane, però va contestato in modo più corretto, così gli si dà appiglio per fare la vittima». Pausa. «Insomma! Se devi fare una manifestazione dura falla su cose più concrete. Coppie di fatto è un argomento marginale. Io ho lavorato nell’edilizia, poi all’Italcable. Prendevo 2 milioni e centomila lire di pensione, mi pareva di stare benino. Adesso prendo mille e cento euro e non mi bastano proprio». Siamo alle zucchine. «Oggi con mia moglie le volevamo cucinare. Due euro e cinquanta al chilo. Per me è tanto, abbiamo rinunciato». Palalottomatica, quartiere mussoliniano dell’Eur. Primo pomeriggio di una giornata limpida. Con i pullman e con i treni sono arrivati i militanti di Rifondazione comunista, è la manifestazione per Bertinotti alle primarie di ottobre. Idealisti mai domi e nuovissimi allevatori di speranze. Falci, martelli, «Regole 0» e Berlusconi padrone, sulle magliette. Post-it gialli ingranditi con scritte così: «Voglio... pagare il mutuo e sopravvivere». Arrivano cinque «Farfalle rosse», i ragazzi che a Siena si sono opposti al cardinale. Strillano: «Meglio Peppone che don Camillo!». Ritorno agli anni ’50, Guareschi, Cervi e Fernandel. Qui, davvero, non si sente odore di sacrestia, neanche lontano.
Arriva Bertinotti con pantaloni verdi e camicia rosa: «Se anche i cardinali si mettono a fare politica, si espongono ai rischi della politica, ai fischi, alle contestazioni. Certo, sarei stato inquieto se tutto fosse avvenuto in una chiesa...». Parla di «ingerenze neointegraliste», scivola dentro l’impianto.
Giorgio De Blasio, 40 anni, di Capua, commenta: «Disse un signore con la barba e i capelli lunghi: date a Dio ciò che è di Dio e a Cesare ciò che è di Cesare». «Fossimo stati lì, a Siena, venerdì, avremmo fischiato anche noi», assicurano Antonio Rossi, che ha 20 anni e fa il piastrellista e Barbara Arensi, che ne ha 19 e studia ragioneria. Vengono da Lodi. Ecco Enzo Giampieri, 60 anni, impiegato, che viene dal quartiere Montesacro di Roma: «Chi ha reagito meglio è stato proprio lui, il cardinale Ruini. La protesta era civile, è durata dieci minuti e lui ha sorriso. Invece...». Invece? «Non si sentiva il bisogno della lettera di scuse di Prodi!». Massimo è un altro romano, distribuisce a chi entra volantini dell'Unione inquilini. Dice: «Per la Chiesa solo il Papa è infallibile. Ruini si è intromesso in faccende dello Stato, può farlo ma deve sottoporsi alla critica».
Dentro, ognuno legge sul palco il suo post-it . Sale Alessandro Francesconi, farfalla rossa, coordinatore provinciale dei giovani di Rifondazione a Siena: «Sono uno di quelli che ha contestato il cardinale Ruini. Voglio... libero amore in libero Stato». Applausone, quasi boato. Alessandro ha 20 anni, sulla maglietta nera la scritta: Non mi avrete mai come volete voi. Spiega: «E’ stata una manifestazione pacifica, non gli abbiamo mica impedito di parlare». Va al microfono il direttore di Liberazione , Piero Sansonetti. Cita il «rispetto» di Fassino e la «devozione» di Rutelli verso Ruini. Salva di fischi. Non sono per il massiccio Sansonetti.
Piano sotterraneo, nella grande tavola calda l’analisi continua: «Per noi è una fregatura: con duemila anni di esperienza alle spalle, Ruini ha girato l'episodio a suo favore». Parola di Mariano Grilli, 64 anni, falegname in pensione, da Porto Sant’Elpidio, Ascoli Piceno. E Lia, bolognese che assiste adolescenti difficili: «Non mi è piaciuto il metodo. Non è stata un’azione di massa, ben spiegata e preparata». Il novantenne Pietro Ingrao ha appena parlato sul palco, acclamato tutti-in-piedi. Cosa dice questo antico comunista elegante del caso Ruini? «Non ho simpatia per il cardinale, ma quel che è accaduto non mi è piaciuto. Nella relazione con gli uomini di chiesa occorre mantenere la misura. L’esperienza religiosa tocca corde profonde, non si deve dimenticarlo mai, nemmeno quando uomini come Ruini danno giudizi troppo perentori. Credo che anche la Chiesa dovrebbe misurare sempre le parole quando si pronuncia sui rapporti personali».

soli contro tutti? in tanti!
SPACCATURA Fischi a Ruini, condanna di Prodi. Il Polo: è tardi Centrosinistra diviso sulla contestazione al cardinale. L’Osservatore: protesta ignobile

di Lorenzo Salvia

ROMA - Dopo un giorno di silenzio anche Romano Prodi e Piero Fassino prendono la parola a difesa del cardinale Ruini, fischiato venerdì dagli studenti di Siena per la sua chiusura sulle coppie di fatto. Frasi tardive e troppo morbide secondo la Casa delle Libertà, che con il vice premier Gianfranco Fini parla di «no global, teppisti e aspiranti terroristi non a caso già arruolati dal centrosinistra in questa campagna elettorale». Ma il centrosinistra è diviso.
PRODI E FASSINO - «Biasimo profondamente queste contestazioni» dice Prodi spiegando di aver «mandato una lettera personale» al presidente della Cei. «In una società democratica e libera i fischi non sono un argomento» aggiunge Fassino, secondo cui è «sciocco pensare che su temi delicati come le coppie di fatto la Chiesa non abbia un punto di vista e non lo esprima». Per la Margherita è Pierluigi Castagnetti ad «esprimere assoluta solidarietà al cardinale Ruini per la gazzarra da cui è stato investito».
CDL, PAROLE TARDIVE - «Non è casuale - sottolinea il coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi - che Prodi abbia atteso un giorno prima di esprimersi e che eviti la parola condanna preferendo parlare semplicemente di biasimo». Per l’ex ministro di An Maurizio Gasparri, il Professore «dimostra ancora una volta di avere riflessi lenti e mente appannata». Mentre il leader dell’Udc Marco Follini definisce quello di Siena un «tardo, triste rito sessantottino» e si sarebbe «aspettato qualche parola più generosa nei confronti di chi è stato contestato». Per il suo collega di partito Luca Volontè è «necessario che dal "cattolico e sofferente" Prodi venga un atto di coerenza e autorevolezza: lasci Bertinotti e Grillini fuori dalla sua alleanza politica, ne soffrirebbe meno lui e gli italiani sarebbero più garantiti nei loro diritti di libertà». Dura le replica dello stesso Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay e, per i Ds, ideatore della legge sulle coppie di fatto: «Volonté si dovrebbe vergognare di stare in una coalizione dove hanno cittadinanza anche i nazisti, portatori di una politica di discriminazione verso gli omosessuali».
CONTESTAZIONE LEGITTIMA - Ma c’è anche chi giudica legittima la contestazione di Siena. Non solo Fausto Bertinotti e Rifondazione. «Se il cardinale Ruini parla soltanto di questioni religiose - spiega Gianni De Michelis (Nuovo Psi) - è blasfemo fischiarlo, ma se legittimamente parla di altre materie, c’è un corrispettivo diritto a dissentire». Francesco Cossiga concorda: «Siamo in un regime democratico e se un cardinale va in luoghi dove può essere contestato, va in quei luoghi rischiando di esserlo».
OSSERVATORE ROMANO - «La viltà dell’intolleranza. Il coraggio della verità»: questo il titolo dell’Osservatore Romano, schierato naturalmente a difesa del cardinale Ruini: «La Chiesa che parla in difesa della vita, della dignità dell’uomo, della famiglia dà fastidio ma è suo dovere farlo. Fa parte della sua missione. E non saranno certo ignobili contestazioni di piazza strumentalizzate, non meno strumentali campagne di stampa e prese di posizioni politiche a farla tacere. A farci tacere».