mercoledì 21 luglio 2004

il referendum contro la legge sulla fecondazione assistita

Repubblica 20.7.04

FECONDAZIONE

In campo un fronte laico trasversale, divisioni nell´Ulivo

Referendum, corsa contro il tempo

Sono due milioni e mezzo le firme da raccogliere entro la fine di settembre. Mercoledì il via ufficiale al comitato

Cinque le proposte per chiedere l´abrogazione totale o parziale della legge sulla procreazione assistita

di GIOVANNA CASADIO e MAURO FAVALE




ROMA - Diecimila moduli in stampa da oggi. Due milioni e cinquecentomila firme da raccogliere entro la fine di settembre. Il comitato referendario alle prese con gli ultimi disguidi tecnici prima di essere costituito formalmente dopodomani, mercoledì. Referendum days alla fine del mese e banchetti in tutta Italia, anche al concerto di "Simon & Garfunkel" a Roma. È iniziata la corsa contro il tempo per tentare di abrogare la legge sulla fecondazione assistita.

È sceso in campo il fronte laico trasversale ai partiti politici che, dopo cautele e remore, ha tratto il dado: «Bisogna andare al referendum». Anzi, ai referendum, poiché i cittadini vengono chiamati a pronunciarsi su cinque quesiti: quello che vuole abrogare tutta la legge (sul quale i radicali hanno già raccolto 200 mila firme); tre quesiti mirati (contro il divieto di fecondazione eterologa, contro l´obbligatorietà all´impianto dei tre embrioni fecondati e l´impossibilità a revocare il consenso da parte della donna, contro le limitazioni alla ricerca scientifica); infine un quinto quesito di abrogazione dell´ articolo 1 della legge, che ne è anche il "manifesto", ovvero la tutela del diritti del concepito.

«Finalmente si decidono anche gli altri, ma troppo tiepidamente, con divisioni, opportunismi...», avverte Marco Pannella, il leader radicale che con Emma Bonino, Daniele Capezzone e Rita Bernardini ha puntato su questa battaglia già nella campagna elettorale per le Europee. Ci sono state polemiche e tensioni; infine i laici si sono ricompattati. I Ds puntano però ai quesiti mirati, perché - ha spiegato Piero Fassino, il segretario - un referendum abrogativo non funzionerebbe, perciò «aboliamo subito le parti più sbagliate e oscurantiste», poi in Parlamento presenteremo una nuovo proposta di legge. Sulla stessa lunghezza d´onda i repubblicani, il Nuovo Psi, lo Sdi e i laici della Margherita. Qui, nei Dl le divisioni sono molto forti tra i laici e i cattolici. E Rutelli, alla vigilia del voto in Parlamento, aveva preso posizione a favore della legge. «Noi cerchiamo convergenze attraverso i referendum mirati - ha replicato Massimo D´Alema - Però non intendiamo sacrificare le ragioni di principio a un´alleanza politica. Su queste questioni c´è una trasversalità che non può essere piegata a un patto di partito o di coalizione. Apriremo il confronto nell´Ulivo perché riteniamo che una parte della Margherita abbia sbagliato». La sinistra di Rifondazione, Pdci, Verdi, Di Pietro, Occhetto vuole l´abrogazione della legge in toto e, in subordine, la cancellazione delle parti più «macroscopicamente incostituzionali».

Presentato da donne (parlamentari come le ds Barbara Pollastrini e Katia Zanotti, la comunista Maura Cossutta), esponenti della Cgil e delle associazioni per la provetta, è il quesito che denuncia come, parlando di diritti del concepito e tutela dell´embrione, si attenti anche alla legge sull´aborto. Approvata cinque mesi fa in Parlamento - dopo 25 anni di norme fatte e affossate nel braccio di ferro tra laici e cattolici - è criticata dai medici, preoccupati per il turismo procreativo. Un "appello contro" è stato firmato dagli scienziati, tra cui Rita Levi Montalcini e Dulbecco; da intellettuali; dalle donne giuriste. Il ministro della Salute, Sirchia ha annunciato linee guida che dovrebbero modificarne alcuni paradossi; il ministro Stefania Prestigiacomo (Fi) non esclude correttivi ad hoc. Ma solo il Nuovo Psi, i repubblicani, i forzisti Biondi, Rivolta, Jannuzzi si sono detti pronti alla riscossa referendaria.