domenica 31 ottobre 2004

le polemichesul test britannico per la misurazione dell'intelligenza dei neonati

La Stampa 31.10.04

POLEMICA IN INGHILTERRA

Test d’intelligenza per i neonati

Ma il quiz dello psicologo spaventa i genitori

di Maria Chiara Bonazzi



LONDRA. Un gruppo di studiosi ha messo a punto un test per permettere ai genitori di determinare se il loro bebé abbia un'intelligenza più o meno sviluppata rispetto alla media. Secondo gli inventori, si tratta di un metodo divertente per valutare l'agilità mentale dei figli.

Immediatamente però sono scattate le critiche: altri psicologi protestano che cominciare a dare le pagelle agli infanti è una sventura. Di sicuro le dieci domande del questionario hanno già messo in ansia alcune povere mamme inglesi, portate a ravvisare nel punteggio i presunti segni particolari del genio in erba o viceversa la temuta riprova che il loro bambino è un po' più lento degli altri.

Il «Baby Development Test», ovvero test di sviluppo dell'infante, commissionato a Dorothy Einon, una psicologa del University College di Londra, dall'azienda di giocattoli Fisher-Price, è un quiz destinato ai bambini di età compresa tra sei mesi e un anno, basato sulla comprensione elementare del linguaggio, la consapevolezza di giocattoli e oggetti e l'interazione con essi. Ogni domanda ha tre possibili risposte, una delle quali dovrebbe avvicinarsi di più al comportamento del bambino.

Stando a quanto dicono gli studiosi del Social Issues Research Centre di Oxford, il 75% dei genitori è in grado di riconoscere le tappe dello sviluppo fisico del bambino, ma è desideroso di valutare meglio se il piccolo abbia raggiunto un grado normale di sviluppo intellettuale per la sua età.

Il test valuta le reazioni del bambino quando mangia o lascia cadere un orsacchiotto per terra, se gli piaccia ascoltare le filastrocche o trastullarsi con un telefono giocattolo. Per esempio: il bambino tratta il telefono come un altro giocattolo qualunque o come un telefono vero? Se fa finta che sia un telefono vero, cioé lo avvicina all'orecchio e spinge i tasti, il suo sviluppo è ritenuto più avanzato rispetto alla media.

La dottoressa Einon consiglia tuttavia ai genitori di non preoccuparsi se il progresso intellettuale dei loro figli sembra essere un po' più lento: «Non tutti i bambini si sviluppano allo stesso modo. Può darsi che i bambini che cominciano a gattonare e camminare tardi abbiano un punteggio più basso, ma la maggior parte dei bambini recupera in fretta non appena impara a muoversi. Sappiamo che il primo anno di vita non serve granché a pronosticare come saranno i bambini da grandi. La maggior parte di loro si rimetterà in pari». L'autrice del test aggiunge tuttavia: «La maggior parte dei genitori vogliono sapere come stimolare meglio i loro bambini. Ai nostri giorni è più importante andare bene a scuola».

Ma nella comunità scientifica si levano già le voci di chi obietta che il test rischia di seminare inutilmente il panico tra i genitori i cui figli non raggiungono il massimo del punteggio. La dottoressa Emma Hewson, psicologa dell'infanzia, ha definito il test «discutibile dal punto di vista scientifico ed etico». «I bambini si sviluppano a velocità diverse, che non sono necessariamente utili a predire il loro quoziente intellettivo futuro. Mi preoccupa che questo test possa incoraggiare la gente a etichettare i bambini, il che è assurdo a un'età così tenera, e possa provocare inutili ansie fra i genitori» sostiene.

Anche il professor David Adey, docente di psicologia cognitiva al King's College di Londra, ha detto al «Daily Telegraph»: «Esiste il pericolo reale che i genitori cadano in preda al panico se il loro bambino non raggiunge il massimo dei voti».