domenica 30 gennaio 2005

bimbi in provetta e staminali

La Stampa TuttoScienze 26 Gennaio 2005

Figli in provetta e staminali

Gli italiani dicono sì


I problemi legati alla scienza e alla tecnologia diventano ogni giorno più frequenti: con l’obiettivo di fornire una solida base di conoscenze su cui sviluppare il dialogo tra ricercatori, cittadini e classe politica, il centro di ricerche Observa - Science in Society, in collaborazione con TuttoScienze - La Stampa, ha deciso di dare vita all'«Osservatorio Scienza e Società», che si propone di monitorare regolarmente le tendenze e gli orientamenti dell'opinione pubblica italiana verso la ricerca e l'innovazione tecnologica, con particolare riguardo per i temi di maggiore attualità (sito: www.observanet.it).
La rilevazione sugli orientamenti degli italiani nei confronti delle cellule staminali e della fecondazione assistita è il primo appuntamento con l'«Osservatorio Scienza e Società».

Massimiano Bucchi insegna Sociologia della Scienza all'Università di Trento. Fa parte del board scientifico del Public Communication of Science Network e dello European Science and Society Forum. Ha pubblicato saggi su riviste internazionali come «Nature» e «Science» e cinque monografie; tra queste, «Scienza e Società» (Il Mulino, Bologna; edizione internazionale «Science in Society», London and New York, Routledge, 2004).

Federico Neresini insegna Metodologia della ricerca sociale all'Università di Padova. È membro della European Association for the Study of Science and Technology. Tra le sue pubblicazioni, il volume «Sociologia della Salute» (Carocci, Roma, curato con Massimiano Bucchi), e numerosi contributi a «Nature» e «Science».

Gli intervistati sono stati 964, campione per quote, tecnica CATI, periodo 22-30 novembre 2004, margine massimo di errore 3,05 per cento. Tutti i dati tecnici e di approfondimento sul campione utilizzato per l’indagine sono disponbili nel sito: www.lastampa.it
I temi della fecondazione assistita e della ricerca sulle cellule staminali tengono banco nei media e nel dibattito politico, tanto più ora che stanno per diventare oggetto di referendum. Ma finora poco rilievo ha avuto il punto di vista dei cittadini, cioè dei primi utilizzatori delle pratiche di fecondazione assistita e dei potenziali destinatari di eventuali applicazioni terapeutiche delle cellule staminali. Diventa quindi particolarmente utile e interessante far emergere gli orientamenti dell'opinione pubblica italiana.

Ecco il risultato della nostra indagine, eseguita su un campione rappresentativo di 964 cittadini con età uguale o maggiore di venti anni.

Quasi l'80 per cento degli italiani è favorevole all'utilizzo di cellule staminali di embrioni per la ricerca di nuove terapie mediche. Oltre un terzo lo è addirittura senza condizioni (35%), mentre il 44% lo vincola al fatto che si utilizzino embrioni altrimenti destinati ad essere distrutti. Il 21% è invece contrario in ogni caso. Il dato conferma e rafforza una tendenza già messa in luce da precedenti studi sugli orientamenti dell'opinione pubblica: benché scettici sulle prospettive delle biotecnologie agroalimentari, gli italiani hanno un orientamento molto più favorevole verso le ricerche e le applicazioni biotecnologiche in campo medico. L’aspetto più sorprendente è forse che la fede religiosa non pesi su questo giudizio in modo significativo: tra quanti si definiscono cattolici, la quota dei contrari all'uso di cellule staminali di embrioni è praticamente identica a quella del campione generale (22%). Sempre tra i cattolici, i favorevoli «senza condizioni» superano addirittura, seppure di poco, la media del campione (36%).

Più articolato appare il rapporto con gli orientamenti politici. Tra gli elettori di entrambe le principali coalizioni l'apertura alla ricerca sulle cellule staminali di embrioni è netta: il 39% degli elettori di centrosinistra e il 37% di quelli di centrodestra si dichiara favorevole in ogni caso. Gli assolutamente contrari sono maggiormente presenti fra gli incerti (28%).

Anche nel caso della fecondazione assistita, il fronte dei favorevoli supera abbondantemente quello dei contrari: il 70% dei cittadini interpellati è del parere che il ricorso alla fecondazione assistita debba essere consentito alle coppie che non possono avere figli, mentre il 30% dichiara la propria opposizione. Tra i favorevoli è possibile distinguere tra chi riconosce legittimità alla fecondazione assistita ma non alla donazione di gameti (40 per cento) - e quindi non ne consentirebbe l'utilizzo a coppie sterili - e chi ritiene di non dover introdurre limitazioni di questo genere (30 per cento).

Una questione molto dibattuta è quella della «diagnosi pre-impianto», cioè la questione dell'opportunità di verificare sull'embrione la potenziale insorgenza di determinate patologie ereditarie o non, e di conseguenza di decidere se proseguire o meno la gravidanza. Ebbene, solo un italiano su cinque si dichiara infine apertamente contrario alla possibilità di condurre accertamenti su eventuali malformazioni di embrioni per coppie che ricorrono alla fecondazione assistita; il rimanente 80% si divide fra coloro i quali, pur ammettendo questi accertamenti, richiederebbero poi alla coppia di iniziare comunque la gravidanza (10%) e chi, invece, la lascerebbe libera di decidere se proseguire oppure no in funzione del risultato degli accertamenti (70%). Emerge insomma un chiaro orientamento a lasciare alla coscienza dei futuri genitori il compito di valutare l'opportunità sia di verificare o meno lo stato di salute degli embrioni prima dell'impianto, sia di dare corso alla gravidanza sulla base degli esiti di tale verifica.

L'età e il titolo di studio agiscono come fattori discriminanti nei giudizi, dal momento che un basso livello di scolarità e un'età superiore ai 65 anni favoriscono un atteggiamento contrario alla fecondazione assistita e agli accertamenti sugli embrioni; di converso, un titolo di studio elevato e un'età inferiore ai 50 anni tendono invece a identificare un'apertura verso la fecondazione artificiale (compresa l'eventuale donazione) e alla diagnosi reimpianto senza obbligo di prosecuzione della gravidanza.

E’ evidente il nesso con l’orientamento politico: chi si colloca nell'area centro-sinistra tende ad assumere atteggiamenti più permissivi (i favorevoli alla fecondazione assistita compresa donazione raggiungono il 36% e quelli agli accertamenti sugli embrioni senza obbligo di prosecuzione della gravidanza arrivano al 79%), mentre chi si colloca a centro-destra e gli incerti esprimono orientamenti più restrittivi (rispettivamente 34% e 39% di contrari nel caso della fecondazione assistita, 22% e 25% per la diagnosi pre-impianto). L'orientamento religioso fa invece sentire il suo peso solo in parte. Infatti, mentre è chiaro che coloro i quali si dichiarano non credenti sono più propensi alla fecondazione assistita e agli accertamenti sugli embrioni, riconoscersi nella religione cattolica non porta necessariamente ad assumere atteggiamenti più contrari rispetto alla media.