lunedì 31 gennaio 2005

storia«Una parte del movimento impazzì...»

Repubblica 31.1.05

L'INTERVISTA

Massimo Cacciari: la destra non può attaccare i giudici, hanno solo applicato la legge

"Una parte del movimento impazzì ma ora è il tempo dell'amnistia"

Ricordo bene il delirio di quella stagione, quando ero deputato del Pci: lutti e danni irreversibili

UMBERTO ROSSO




ROMA - «In quegli anni, a sinistra, fu l'impazzimento generale di alcuni settori del movimento. Un delirio. Me la ricordo bene, da deputato del Pci, quella stagione dalla fine del Sessanta ai Settanta. I lutti e poi i danni per certi versi irreversibili causati al nostro paese. Figurarsi perciò se oggi posso giustificare omicidi e violenze terribili come il rogo di Primavalle».

Però, onorevole Cacciari?

«Però trovo pura follia, come fanno Fini, Alemanno, Storace, La Russa, quella di affrontare il caso prendendo di petto i giudici, che non hanno alcun colpa se non quella di aver applicato le leggi che ci sono. Perché una cosa è l'aspetto giuridico, penale: c'è una legge che prevede l'estinzione della pena dopo un certo numero di anni. Se quelli di An pensano che qualcuno abbia forzato, sbagliato magari in cattiva fede, allora fuori le prove e facciano i nomi. Se no, stiano zitti».

L'altra cosa, invece, qual è?

«L'altra cosa è il punto vero della faccenda, il fatto politico che per la centesima volta ci troviamo di fronte e che questa classe politica scalcagnata, e lo dico alla destra e alla sinistra, non riesce a risolvere. La fine della stagione degli anni di piombo, con un'amnistia. Mirata, precisa, lasciando fuori ad esempio i reati di strage, ma che una volta per sempre possa archiviare un passato vecchio oramai di 30, 35 anni. E qui voglio tornare per un attimo al ricordo di quel periodo».

Prego.

«Il terrorismo ha cambiato la faccia alla nostra storia. Non è vero che il terrorismo non paga. Ha funzionato, altro che. Pensiamo solo a Moro, a quella strategia di rapporto fra la Dc e il Pci che il sequestro fece saltare. Ci siamo dimenticati che la storia della nostra Italia sarebbe andata in un altro modo, senza i terroristi?».

Sono ferite che si riaprono spesso. La Russa, per Primavalle, accusa: lo Stato non esiste.

«Perché, esiste allora per piazza Fontana, dopo 35 anni? Esiste per Zorzi che se ne sta in Giappone? Ma che razza di discorso! I latitanti ci sono, a destra come a sinistra. Non gli va bene la legge sull'estinzione della pena? Visto che stanno al governo, avrebbero dovuto pensarci prima e cambiarla. L'hanno fatto sul falso in bilancio, con la legge pro-Previti, con la pro-Dell'Utri. È una polemica insensata. A meno che... Lo dico come battuta ma il sospetto mi ronza in testa. Che vogliono, con questo continuo usare due pesi e due misure, con lo stillicidio di interferenze sul lavoro dei magistrati? Che sia direttamente il consiglio dei ministri ad applicare le leggi? ».

La stagione degli anni di piombo secondo lei è chiusa?

«Ma certo che è chiusa. Sono cambiate le persone, nella testa, nei comportamenti, è mutata la scena. Eppure non si riesce a metabolizzare, a dare un taglio conclusivo. Perché? Perché abbiamo una classe politica incapace, che non sa esprimere un giudizio politico definitivo sugli anni di piombo. Solo se è in grado di prendere atto dei mutamenti un organismo è vivo, reagisce. Evidentemente, l'organismo politico del nostro paese è vecchio, è morto. Non è capace di fare ciò che Togliatti e De Gasperi riuscirono a realizzare, all'indomani della guerra».

Anche il centrosinistra è stato al governo in questi anni.

«E infatti neanche il centrosinistra ha fatto niente sulla strada dell'amnistia. Qualcosa si era mosso con Bettino Craxi, poi il silenzio».

Certo che se c´è qualcuno che dichiara, come Lollo, che non chiede perdono...

«Io non lo so che ha detto. In ogni caso, se davvero qualcuno che ha commesso orribili reati di terrorismo sostiene una cosa simile, davvero deve andare dritto in galera: per tanta stupidità e cinismo. Ma qui non si tratta di dividere fra persone stupide e intelligenti quanto di applicare una soluzione politica».

Amnistia generalizzata?

«Nelle forme che la legge prevede. Escludendo dal beneficio i reati più gravi, come le stragi. Con garanzie precise, accertando fino in fondo che si tratta di persone che ormai hanno cambiato testa, vita, che non hanno più niente a che vedere con quelle che un tempo credevano nella lotta armata e nella violenza».