giovedì 31 marzo 2005

referendum

L'Unità 31 Marzo 2005
Un cuore rosso ed un «Sì» contro le crociate
Il simbolo e la strategia comunicativa dei referendari: «Nascere, guarire, scegliere»
Maria Zegarelli

ROMA Non è vero che questa è una battaglia tra chi difende la vita - la Chiesa e il partito dell’astensione - e chi no - cioé chi è schierato per l’abrogazione di quattro articoli della legge sulla fecondazione assistita. Da qui è partito il Comitato nazionale promotore dei referendum. «Bisogna contrapporsi a questa campagna mediatica fuorviante che sta portando avanti chi difende la legge 40», dice Lanfranco Turci, tesoriere del Comitato. Così è nata l’idea di questo logo, presentato ufficialmente l’altro ieri. Un cerchio, sfondo verde, un grande «sì» con un cuore rosso al posto del puntino, «per nascere, guarire, scegliere».
Libertà di scelta.
«I termini su cui ci siamo concentrati erano questi: la nascita, la cura, la libertà di scelta della persona, della donna, della coppia. Questi erano i concetti su cui abbiamo lavorato a lungo - dice Turci - perché il messaggio che vogliamo lanciare è che non è vero che chi è per il “no” o per l’astensione è per la vita e tutti gli altri sono per il liberismo che non si preoccupa dei valori». Perché non è vero che questa è una campagna referendaria serena, combattuta con toni pacati e argomentazioni scienfitiche, mediche. I toni usati da chi vuole difendere la legge sulla procreazione assistita ricordano più le crociate d’altri tempi che non le campagne di informazione. Lo spiegamento di forze da parte della Chiesa, dal cardinale Camillo Ruini in giù, ma anche della maggioranza in parlamento (e del governo) è ingente. È sceso in campo anche l’ex commissario della Croce Rossa, Maurizio Scelli, prestato alla politica (per il premier) in previsione dell’appuntamento elettorale, che ha ha detto: «La speranza è che il referendum sulla legge sulla procreazione assistita sia più in là possibile, in una bella giornata di mare, in modo che ci si possa astenere dall'andare a votare». L'ex commissario ha assicurato che tutto il movimento da lui fondato si regolerà in questo modo. Al mare, in montagna, una gita fuori porta, ma alle urne no.
Solo embrione. Raramente, poi, si parla di donne e di uomini quando si usano gli argomenti del «no» o dell’astensione. Si parla soltanto dell’embrione. «Il Comitato ci tiene, invece, a mettere in primo piano le persone, quelle a cui questa legge si rivolge e quelle che più ne pagano le conseguenze». Nascere, guarire, scegliere: sono esattamente questi i valori che difende il fronte del «sì». Saranno questi gli argomenti della campagna referendaria che subito dopo le elezioni di domenica e lunedì prossimi entrerà nel vivo. «Stiamo preparando dei manifesti da affiggere in tutte le stazioni - spiega Turci - con i quali manderemo un messaggio preciso: questo è un referendum che riguarda tutti noi».
E ieri anche Romano Prodi, dai microfoni di «Radio anch’io» è tornato sull’argomento: «Non ho mai nascosto le mie convinzioni cattoliche e per me la vita è sacra e inviolabile. Questo non ha nulla a che fare con l'andare a votare per il referendum oppure non andarci».
Gerarchie.
Polemiche, invece, per le dichiarazioni di Marco Pannella, dirette contro la Chiesa: «Le gerarchie vaticane ed ecclesiastiche tentano oggi una rivincita, di stampo assolutista e sanfedista, e tentano di imporre a tutti i cattolici e credenti di unirsi, di aggiungersi al campo degli indifferenti, degli irresponsabili, degli estranei, per scelta, ad ogni impegno morale, civile, democratico nel nostro paese. Tale scelta costituisce un ritorno alle più inique scelte della storia del potere Vaticano, nei suoi peggiori momenti di prevaricazione clericale e violenta contro ogni libertà di ricerca di coscienza, di scienza, di fede». «La violenza delle parole di Marco Pannella dimostra per intero il suo peggiore stile giacobino, illiberale e intollerante - ribatte Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera -. Come nei momenti più bui della rivoluzione francese, l'epoca del terrore, nelle sue parole ritorna la voglia di “ghigliottina” per chiunque dissenta, in qualunque modo, dai suoi convincimenti. Condividiamo e difendiamo senza esitazione l'invito della Chiesa italiana all'astensione e nello stesso tempo sappiamo come tutti gli italiani che questa scelta è piena di ragioni, rispettosa nei confronti del Parlamento e della civiltà italiana».