giovedì 28 luglio 2005

"AMORE E PSICHE" MASSIMO FAGIOLI BERTINOTTIpersino su "IL CAMPANILE", di Clemente Mastella...

ricevuto da Claudio Saba

Il Campanile 28.7.05
NEL SOLCO DC CONTRO LO “ZAPATERISMO”
Mastella: «Il programma lo scrive chi vince le primarie». Prodi: nessun accordo, sarà una vera sfida
di Manuela D’Argenio


Altro che finzione. La sfida elettorale del centro-.sinistra, per eleggere il candidato che lo rappresenterà meglio nella corsa per Palazzo Chigi, non lascia niente al caso. E tanto meno all’improvvisazione: tutto, ogni dettaglio, è accuratamente studiato dai candidati in lizza, determinati a portare a casa un risultato spettacolare. Insomma, stavolta si fa sul serio. E dopo avere gettato le basi dei valori fondanti dell’Unione, raccolti in una carta preziosa, quasi a simboleggiare una sorta di Costituzione, prende il via una campagna elettorale serrata, dove ognuno gioca il tutto per tutto per calamitare quanti più elettori possibili. Così mentre Bertinotti inaugura la sua scesa in campo nella libreria “Amore e psiche” del guru (giudicato spesso eretico oltre che marxista) Massimo Fagioli, per dare visibilità «a questo popolo di sinistra», Clemente Mastella, di contro, basa la sua corsa sui valori cristiani della ex Dc («mi chiedo chi può muovere appunti al modo con cui ha interpretato il senso dello Stato e la sua laicità»); sulla ricerca di un grande centro e sulla visibilità dei moderati. Delle due, l’una: alternative antitetiche di una stessa compagnia, destinate a stare insieme in nome di quella Carta siglata nella quale pure si rispecchiano. Ma, sia chiaro, ognuno con una propria identità, e un proprio traguardo da tagliare. Da un lato, l’obiettivo di «dimostrare che l’Unione, come accaduto in Puglia, può essere guidata da un uomo o una donna di sinistra per uscire da questo stato di minorità»; dall’altro, l’ostinazione mastelliana contro «lo zapaterismo strisciante che circola». Visto che, precisa meglio il segretario dell’Udeur in un’intervista a Repubblica, «Zapatero ha vinto con i soli voti della sinistra, mentre alle regionali il centro-sinistra ha vinto anche grazie a noi». E poi, un po’ di numeri da inseguire. Il rosso Fausto, auspica a superare la soglia del 12 per cento, poiché «considerando che sono solo i voti dell’Unione il 6 per centro di Rifondazione si raddoppia»; il centrista Clemente, invece, prende atto delle «equazioni di Bertinotti» e reputa un «grande successo» prendere più «voti di quelli abituali». L’importante, però, è che «il candidato che vince fa il programma». Insomma, precisa Mastella anche su questo in disaccordo con Bertinotti, «non si può essere americani quando conviene e dimenticarlo quando non conviene. Poi il vincitore dovrà tenere conto anche delle sensibilità promosse da candidati alternativi, perché rappresentano importanti quote di mercato politico», ma questo è ancora un altro discorso. Il punto, adesso, è tenere quanto più salda possibile l’alleanza, a prescindere da quale sarà il suo leader. E per farlo, continua il segretario udeurrino, è necessario lasciare che i Radicali «restino a girare», poiché «non accetterò mai che arrivi Pannella a porre condizioni». Nessuna nuova alleanza in cantiere, dunque. Visto che, già così, serve una bella guida per evitare «che vengano fuori piccoli mostri programmatici», e, confida Mastella, «spero che Prodi possa mediare tra le mie posizioni e quelle di Bertinotti». Questo, si intende, a primarie terminate. Perché fino ad allora, spiega un Romano Prodi determinato che oggi inaugura la sua campagna elettorale, «sarà una sfida vera». «Non ci siamo messi d’accordo. Ognuno pensa a che Paese vuole e lo esporrà agli elettori e questi decideranno». Intanto, quanto al programma, «indichiamo i grandi obiettivi», il resto, «il dettaglio sulle cifre e sulle virgole» verrà dopo le primarie. L’importante, insomma., è che la sfida abbia inizio.